Sono già stati presentati in Commissione Lavoro al Senato i 3500 emendamenti alla legge di stabilità 2016 in attesa di essere esaminati. Numerosi argomenti vengono riaperti in materia previdenziale. Dalla proroga dell'opzione donna, alla settima salvaguardia per gli esodati mentre come già anticipato più volte, non viene ripreso il tema sulla flessibilità in uscita. Il lavoro della Commissione Lavoro al Senato, si concentra sull'emendamento riguardante il famoso prestito pensionistico ipotizzato tempo fa dall'ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Enrico Giovannini.

Prestito pensionistico, la proposta di Santini

L'emendamento proposto dal senatore del Partito Democratico Giorgio Santini, infatti, è stato confermato: l'articolo 19 comma 2 del ddl di stabilità prevede una sorta di prestito previdenziale a favore dei lavoratori che hanno perso il lavoro e a cui mancano non più di cinque anni al pensionamento. Tale prestito dovrà essere restituito attraverso dei piccoli prelievi nel momento in cui viene percepita la pensione piena.

Stando alla proposta di Santini, infatti, un lavoratore che entro il 31 dicembre 2017 matura i requisiti utili al coseguimento della pensione anticipata o di vecchiaia potrà beneficiare dell'APA (assegno previdenziale anticipato) che va dai 700 ai 900 euro al mese per tredici mensilità.

Coloro che decidono di usufruire dell'APA, quindi, alla data di presentazione della domanda devono trovarsi in stato di disoccupazione, non devono essere titolari di altri trattamenti pensionistici e alla data di percezione della pensione non devono percepire un assegno previdenziale inferiore a due volte il trattamento minimo Inps.

Decisioni su opzione donna ed esodati

Entro questa settimana la Commissione Bilancio dovrà prendere le decisioni riguardanti la cosiddetta estensione dell'opzione donna con lo scopo di dare il beneficio anche alle nate nell'ultimo trimestre del 1958, l'estensione di una settima misura di salvaguardia a favore dei lavoratori esodati che nel 2012 hanno dovuto fare i conti con le norme Fornero e lo stop alle ricongiunzioni onerose al fine di incentivare l'unione dei contributi versati in diverse gestioni previdenziali.