Le novità sulle pensioni aggiornate ad oggi, mercoledì 27 gennaio, hanno per protagonisti Cesare Damiano, i lavoratori precoci e l'Unione Europea. Ancora una volta il presidente della commissione Lavoro alla Camera ha chiesto al governo l'introduzione della flessibilità, prendendo le distanze dall'ultimo rapporto della commissione Ue sulla sostenibilità fiscale 2015. Dichiarazioni che non lasciano indifferenti i precoci, poiché il parlamentare Pd è anche l'unico ad essere riuscito ad andare incontro alle loro richieste, includendo nel proprio disegno di legge 857 la cosiddetta quota 41.

Pensioni, Damiano contro il rapporto della commissione Ue

Le ultime notizie sulle pensioni sono incentrate sulla forte contrarietà di Cesare Damiano in relazione all'ultimo rapporto redatto dalla commissione dell'Unione Europea, di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi. Per l'esponente dem, che ieri è stato ospite alla trasmissione Dimartedì su La7, l'Italia non può continuare a reggersi in piedi a spese dei pensionati, così come lascia trapelare il documento dell'Ue. Secondo quest'ultimo infatti, i conti del nostro Paese sono in ordine a patto che venga mantenuto l'attuale sistema pensionistico. In parole povere, l'Unione Europea ci sta dicendo di non apportare modifiche alla riforma Fornero, altrimenti ne subiremo le conseguenze.

Damiano non ci sta, e risponde con carattere all'ultimo 'avviso' pervenuto da Bruxelles, riaffermando un concetto a lui caro in queste prime settimane del 2016, quello relativo alla flessibilità. L'ex ministro del Lavoro ha chiesto a Renzi di introdurre il criterio della flessibilità previdenziale, correggendo - e qui sta il nodo centrale di tutta la vicenda - la legge Fornero.

Nessun smantellamento dunque, come invece chiede Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che la settimana scorsa ha più volte attaccato la Fornero, e con lui anche Alessandro Di Battista (M5S), il quale ha definito la riforma Pensioni del 2011 una porcata. Damiano ha poi proseguito affermando: 'Vorremmo anche che i conti sull'incidenza della spesa previdenziale sul Pil fossero depurati dai 43 miliardi di tasse - sottolinea l'onorevole - pagate nel 2013 sulle pensioni e dagli esborsi per l'assistenza.

Si scoprirebbe - rivela Damiano - che il 15,3 percento calcolato dall'Istat scenderebbe al 10,7 percento, allineando - dichiara il democratico - la nostra spesa a quella degli altri Paesi europei. Correggere - conclude così il suo intervento - il sistema previdenziale con la flessibilità si può'.

Precoci in attesa della svolta

Il dibattito sulla riforma pensioni di Renzi diventa ogni giorno che passa più incandescente. Le ultime schermaglie tra premier e Junker, le recenti dichiarazioni del leader Uil, Carmelo Barbagallo, che senza nominare il caso delle pensioni dei lavoratori precoci ha comunque affermato che non tutti possono andare in pensione alla stessa età, il fortissimo pressing di Cesare Damiano sul governo per l'introduzione, nel 2016, della flessibilità, la difesa estrema dell'Unione Europea per la riforma Fornero, le aspre critiche di Salvini e Di Battisti, sono tutti elementi che hanno reso e renderanno la discussione sulla riforma previdenziale sempre più infuocata. La svolta ancora non è arrivata, ma il costante impegno di Damiano fa ben sperare i precoci, sostenuti ancora più da vicino da Walter Rizzetto, ex Movimento 5 Stelle.