Stop al prelievo sugli assegni d'oro dal 2017. Il cosiddetto contributo di solidarietà introdotto dal Governo Letta il primo gennaio 2014, verrà abolito a partire dal prossimo 31 dicembre 2016. Si tratta del taglio previsto sugli assegni previdenziali superiori 14 volte il trattamento minimo, ovvero 91.300 euro lordi all'anno. I maggiori destinatari del provvedimento sono coloro che hanno percepito vitalizi per aver ricoperto funzioni pubbliche elettive e tutti i pensionati iscritti alla gestione Inps, ex Enpals ed Inpdap.

Contributo di solidarietà, una misura di natura progressiva

Il contributo di solidarietà viene applicato nella misura del 6 % per gli assegni previdenziali che vanno dai 91.343,98 euro ai 130.491,30 euro lordi. Più alto è l'importo dell'assegno più crescerà la percentuale del taglio: sugli assegni che vanno dai 130.491,40 ai 195.737,00 euro, infatti, viene applicato un taglio pari a 12 punti percentuali. Per gli assegni che superano i 195.737,10, invece, viene applicata una decurtazione pari al 18 %.

Nessuna proroga con la legge di stabilità 2016

La nuova legge di stabilità entrata in vigore a partire da quest'anno non ha provveduto alla proroga della legge 147/2013 del Governo Letta. Per questo motivo, a partire dal primo gennaio del 2017 verrà abolito il cosiddetto contributo di solidarietà, volto a reperire le misure necessarie per finanziare interventi a favore degli esodati ed incrementare il fondo garanzia per le piccole e medie imprese.

Resta comunque il fatto, che la Corte Costituzionale non ha pronunciato nessuna sentenza sull'ammissibilità del prelievo effettuato sugli assegni superiori 14 volte il trattamento minimo. Da ricordare che, nel 2013 il provvedimento contenuto nel decreto legge 98/2011 varato dal Governo Berlusconi è stato dichiarato inammissibile.

"Il provvedimento non garantisce il rispetto dei principi fondamentali di uguaglianza a parità di reddito, attraverso una irragionevole limitazione della platea dei soggetti passivi", è questo il motivo per il quale la Corte Costituzionale ha provveduto alla bocciatura del decreto legge varato dal Governo Berlusconi.