Il 28 gennaio, il Consiglio dei Ministri del Governo Renzi ha dato il via libera al DDL sul contrasto alla povertà. Si tratta di un provvedimento che avrà grande impatto sulla vita di molti italiani che gravano in condizioni economiche pessime. In pratica, il Governo ha continuato il lavoro di previsione fatto con la Legge di Stabilità che aveva inserito alcune misure per i meno abbienti. Almeno questo è l’intento dell’Esecutivo che ne ha pubblicizzato i contenuti con soddisfazione. Vediamo quindi di cosa si tratta e cosa è previsto tra le pieghe del provvedimento.

Poletti ha vinto il primo round

Il provvedimento di fatto è una vittoria del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Poletti, che fin dal suo insediamento ha sponsorizzato misure che contrastino la dilagante povertà in Italia. Il DDL prevede numerosi interventi in ottica triennale per combattere l’esclusione sociale e per riordinare il sistema sociale, le sue prestazioni ed i servizi sociali in genere. Il Ministro, si è detto soddisfatto delle misure previste e della cifra stanziata, sottolineando come questo appena partorito, sia il primo provvedimento italiano che mira a combattere la povertà e la cifra stanziata dimostra l’importanza che la situazione dei meno abbienti ha tra le file del Governo.

Le misure previste non vanno nella direzione del reddito minimo di cittadinanza o di inserimento come più volte richiesto in Parlamento, soprattutto da partiti di minoranza. La Delega invece viaggia nell’ottica di aiutare il soggetto bisognoso a reinserirsi socialmente, a mettere in piedi una serie di aiuti, anche economici per permettere al povero di trovare lavoro e di ridiventare autonomo economicamente.

Niente più quindi sussidi passivi, ma se si devono spendere dei soldi, devono andare nella direzione di rendere attivi i beneficiari.

Ecco cosa prevede il provvedimento in sintesi

Dovrebbe nascere un nuovo organismo, sotto il controllo del Ministero del Lavoro che funga da coordinatore degli interventi. Infatti, il Governo prevede di creare delle sinergie con gli Enti Locali, quindi Regioni e Comuni e con i servizi per l’impiego che dovrebbero utilizzare parte dei fondi per predisporre politiche di inclusione sociale.

Verrà potenziato il Casellario dell’Assistenza ed anche il sistema informativo dei Servizi Sociali. Le prestazioni assistenziali saranno erogate tutte attraverso la verifica dello stato di necessità dei possibili beneficiari. Il tutto si baserà sull’ISEE, l’indice della Situazione Economica della famiglia, in modo tale da distinguere e non discriminare, persone che possono lavorare ma che non trovano lavoro e persone che sono impossibilitate per via della composizione del proprio nucleo familiare. Basti pensare a famiglie mono-genitoriale o quelle con molti figli minori a carico. Nascerà quindi una misura unica nazionale di contrasto alla povertà, intervento che sarà capace di intercettare le istanze dei più deboli singolarmente, con sostegno economico condizionato all’accettazione dei piani di inclusione sociale, ma che non lasceranno senza tutela le situazioni particolari.

In definitiva, tutto dovrebbe funzionare con l'erogazionedi unacifratra le 300 e le 400 euro a famiglia per 12 mesi, nei quali però, il beneficiario, dovrà prestare la propria attività secondo i piani stabiliti dal Ministero, dagli Enti Locali e dagli Uffici di Collocamento.