Vecchie promesse e un nuovo problema. Le novità sul tema Pensioni aggiornate ad oggi, venerdì 5 febbraio, possono essere riassunte così. Da una parte abbiamo Cesare Damiano, che di recente si è schierato al fianco di Renzi contro l'Europa dei burocrati, la stessa che ha 'voluto' la legge Fornero, con tutte le conseguenze che continuiamo a vedere oggi. Dall'altra c'è il popolo che tanto invisibile non è, quello degli esodati. A fine anno, come rivelato dal Corriere della Sera, saranno 4 mila in più.
Pensioni, la battaglia prosegue
Quando si ascolta Damiano si ha la sensazione di ascoltaresempre le stesse cose.
La parola chiave è flessibilità, 'la madre di tutte le battaglie', come l'ha definita ieri l'onorevole del Partito democratico durante la partecipazione alla trasmissione Mi manda Rai Tre, dove si è parlato di pensioni. Flessibilità, la svolta per la prossima riforma previdenziale, chiesta a più riprese da Damiano in questo inizio d'anno, così come lo scorso anno. Flessibilità che significa avere il coraggio di cambiare la riforma Fornero, quella imposta all'Italia dalla Troika, uno spettro, un fantasma tristemente reale nel 2011, all'indomani della caduta del governo Berlusconi e l'insediamento di Monti. Coraggio, altro tema caldo in queste ore, quel coraggio richiesto a Matteo Renzi per cambiare il destino dell'Italia, per offrire ai lavoratori una possibilità, per aiutare i giovani ad avere un posto di lavoro, senza dover aspettare che il padre resti al lavoro fino a 70 anni.
La stessa determinazione che Damiano ha chiesto al premier di adottare per la flessibilità pensionistica, una richiesta che parte da lontano, da quella promessa fatta dal primo ministro italiano nell'autunno scorso, quando, dopo il rinvio della riforma, si diede 90 giorni di tempo per poi presentare una valida proposta. Tre mesi sono passati, della riforma pensioni ancora non c'è traccia, e leggendo l'intervista del ministro del lavoro Poletti a Repubblica questa settimanac'è grande incertezza sui tempi reali che occorreranno al governo circa il mantenimento della promessa.
Alcuni media hanno espresso i propri dubbi circa la reale intenzione da parte dell'esecutivo di muoversi in direzione di una revisione del sistema pensionistico, andando ad introdurre la pensione anticipata. Dubbi condivisibili, in virtù del fatto che le proposte non mancano. I punti di riferimento restano Damiano da una parte e Tito Boeri dall'altra, due proposte diverse da due figure diverse, ma entrambi hanno un obiettivo: introdurre la flessibilità.
Esodati, si riaccende il dibattito
Si riaccende il dibattito sugli esodati, dopo un articolo scritto dal giornalista de Il Corriere della Sera Lorenzo Salvia. La notizia è esplosiva: a fine anno, 4 mila lavoratori raggiungeranno il non onorevole status di esodato, ovvero resteranno senza lavoro non avendo ancora maturato i requisiti per accedere alla pensione. Come spiegato nell'articolo 'Si riapre il caso esodati, ne spuntano altri 4 mila', al termine del mese di dicembre non sarà più possibile utilizzare la mobilità lunga, uno speciale ammortizzatore usato per lo più dai lavoratori del Sud Italia. La maggior parte dei nuovi esodati è concentrata infatti nelle regioni Calabria, Sicilia e Sardegna. Un vecchio problema che ritorna quindi, trasformandosi nell'ennesima beffa per il lavoratore.