Ancora novità inerenti il dibattito sulla riforma Pensioni. Sono destinate a far discutere le dichiarazioni di Cesare Damiano, che si scaglia ancora contro l'Unione Europea, o meglio, l'Europa dei Burocrati, sparando a zero sulle 'stupide politiche di austerità della Troika', adottate anche nel nostro Paese, quando, durante il governo Monti, venne approvata quella che per Damiano ha causato un disastro sociale, vale a dire la legge Fornero. Italia contro Ue, lo scontro continua. Il nostro Paese ha la forza per riuscire a vincere?
Il durissimo intervento di Damiano
Dopo le rassicurazioni di Poletti sulla riforma pensioni 2016, ecco arrivare l'intervento di Cesare Damiano, che ha duramente contestato l'operato dell'Europa dei burocrati, andando contro la politica di rigore che, afferma il presidente della commissione Lavoro alla Camera, 'ci ha condotto in questa situazione disastrosa'. Il parlamentare del Partito democratico ha anche criticato l'Ue per il diverso atteggiamento che tiene nei confronti dell'Italia rispetto a quanto, ad esempio, faccia con la Gran Bretagna, arrivando a mettere in dubbio l'imparzialità dell'Europa. Non si salva nessuno dall'attacco dell'esponente dem. Finisce nel suo mirino anche Juncker, sul quale dice: 'Non sappiamo che farcene delle rassicurazioni di Juncker', in relazione alla risposta del commissario Ue che la commissione non avrebbe seguito 'stupide politiche di austerità'.
Ed è qui che Cesare Damiano entra nel merito della riforma pensioni. Da una parte, l'ex ministro del Lavoro ricorda come la legge Fornero sia stata un vero e proprio disastro sociale, legge imposta al governo Monti dalla Troika, una delle riforme degli ultimi anni più odiate dagli italiani. Finora nessun governo - di Centrosinistra - è riuscito quantomeno a correggere il testo, così come chiesto a più riprese dallo stesso Damiano, il quale ha presentato la propria proposta di legge, che prevede la possibilità di andare in pensione a 62 anni, ovvero 4 anni prima, con una penalizzazione del 2 percento per ciascun anno di anticipo, fino ad un massimo dell'8 percento.
Concludendo il suo intervento, l'onorevole ha espresso il proprio appoggio a Matteo Renzi nella sua rivendicazione di maggiore flessibilità nei conti, augurandosi che dimostri la stessa determinazione per 'rivendicare ed attuare la flessibilità del sistema pensionistico'. Dunque Damiano ha ricordato ancora una volta a Renzi la promessa di fine 2015, un impegno che Poletti, in una recente intervista a Repubblica, non ha dimenticato.
Caso esodati
Intanto si riaccende il caso esodati. Alla luce della possibile apertura del governo per una ottava salvaguardia, è di estrema attualità un articolo pubblicato nella giornata di ieri dal giornalista Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera. Il giornalista ha rivelato che a dicembre 2016 ci saranno - queste le stime dei sindacati - 4 mila esodati nuovi. Il motivo? L'impossibilità ad utilizzare oltre quella data la mobilità lunga, 'un ammortizzatore speciale - così lo definisce Salvia - utilizzato nel Mezzogiorno'. La maggior parte dei 'nuovi esodati' proviene dal Sud Italia: Calabria, Sicilia e Sardegna. Di questi 4 mila lavoratori, sottolinea il giornalista, alcuni - pochi - riusciranno forse ad andare in pensione entro la fine di quest'anno. I restanti invece diventeranno esodati. Con tutto ciò che ne consegue.