Arriva dal presidente dell'Inps, Tito Boeri, la nuova proposta di riforma delle Pensioni anticipate per correggere la legge Fornero sulla flessibilità: uscita anticipata tre anni prima rispetto al requisito anagrafico richiesto per la pensione di vecchiaia e, dunque, a 64 anni con una penalizzazione sull'assegno pensionistico del 3 per cento all'anno, che in tre anni vuol dire ridurre il mensile del 9 per cento.

Si applicherebbe la cosiddetta "quota 99" perché all'età minima per la pensione anticipata occorrerebbe sommare i 35 anni di contributi versati. La proposta di Boeri è una rimodulazione di quella di Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera dei deputati che ha presentato sul tavolo della discussione per il 2016 la fattibilità per una pensione anticipata con uscita da lavoro quattro anni prima rispetto alla vecchiaia e una penalizzazione del 2 per cento per ogni anno di anticipo che, nel totale, fa meno 8 per cento sul mensile. 

Pensione anticipata: calcolo del taglio per chi prende un assegno di 1.100 euro

Il quotidiano Libero ha sviluppato una simulazione sulla proposta formulata da Tito Boeri con vari livelli di taglio a seconda della pensione percepita.

La domanda di fondo in tema di riforma delle pensioni anticipate è sempre la stessa: quanto è disposto a rinunciare sul mensile il contribuente pur di andare in pensione prima degli anni previsti per la vecchiaia? Con la proposta di Boeri, un contribuente che va in pensione a 64 anni con un assegno pensionistico previsto di 1.100 euro, si vedrebbe ridurre il mensile a poco più di mille euro (1.001 euro); andando in pensione un anno dopo, cioè a 65 anni, con la decurtazione i 1.100 euro diventerebbero 1.034 euro, mentre a 66 anni la riduzione sarebbe pari a 33 euro mensili, cioè il pensionato incasserebbe 1.067 euro. 

Pensioni anticipate, proposta di Boeri dell'Inps: simulazione per assegni più alti

Più consistenti sono le perdite per assegni pensionistici più elevati: ai contribuenti il cui assegno mensile si aggira sui 2.000 euro, il taglio per l'uscita a 64 anni sarebbe di 150 euro (assegno pensionistico di 1.850 euro); l'uscita a 65 anni sarebbe meno drastica (1.880 euro mensili con perdita di 120 euro) e, soprattutto, a 66 anni (assegno mensile di 1.940 con perdita di 60 euro).

Ai contribuenti la cui pensione prevista è di 3.500 euro, con tre anni di anticipo perderebbero ben 315 euro (assegno pensionistico ridotto a 3.185 euro); ritardando l'uscita da lavoro di un anno (a 65 anni), percepirebbero 3.290 euro e a 66 anni perderebbero 105 euro, incassando 3.395 euro al mese.