Mentre il Governo sembra intento a prendere tempo, la questiona relativa alla flessibilità in uscita e il tema degli esodati e dei lavoratori precoci si fanno sempre più urgenti. Questa volta, a spingere l'esecutivo verso un intervento conclusivo ci pensa il segretario confederale della Uil Domenico Proietti ricordando le parole pronunciate qualche giorno fa dal sottosegretario Tommaso Nannicini, riguardanti la volontà di rimettere mano alle Pensioni in occasione della prossima legge di stabilità.

Proietti chiede la flessibilità

"Il 2 aprile prossimo i sindacati Cgil, Cisl e Uil terranno una manifestazione in tutti i capoluoghi di provincia", ha precisato Proietti ricordando la battaglia avviata dalle parti sociali per difendere il diritto al pensionamento di migliaia di lavoratori.

Garantire una maggiore flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età anagrafica è diventato ormai indispensabile anche al fine di favorire il cosiddetto ricambio generazionale.

Interventi a favore dei Quota 96, precoci ed esodati

Come specificato dallo stesso Proietti, la Uil chiede nuovi interventi sugli appartenenti al comparto scuola (i cosiddetti Quota 96), e un'ottava salvaguardia per i lavoratori esodati. Le precedenti misure di tutela sono state utili ma non sono bastate visto che, altri 20 mila esodati attendono ancora una copertura previdenziale. Resta comunque il fatto che, con i sette provvedimenti di salvaguardia è stato fatto un passo decisamente importante anche se insufficiente per correggere gli errori della Legge Fornero.

Da riaprire anche la questione dei lavoratori usuranti e precoci. Tema molto delicato visto che, migliaia di lavoratori sono ancora costretti a prestare la propria attività lavorativa nonostante abbiano iniziato a versare i contributi in giovane età. "Noi stiamo continuando una mobilitazione su tutto il territorio nazionale proprio per sostenere le nostre ragioni", afferma ancora Domenico Proietti.

Il tema delle pensioni resta una priorità, nonostante dovranno essere valutati i costi che, secondo l'Inps vanno dai 3,6 ai 7,5 miliardi di euro annui: per finanziare un intervento, infatti, potrebbero essere utilizzati gli 80 miliardi di risparmi previsti dalla Legge Fornero.