Momento cruciale per il DDL sugli educatori italiani che andrà a ridefinire i titoli stessi in base al percorso formativo dei soggetti, stabilendo al contempo degli obblighi integrativi per chi lavora senza essere laureato. Il DDL è basato sulle proposte, in primo luogo, da Vanna Iori e da Paola Binetti. Di recente diversi aspetti sono stati chiariti nel corso dell'esame parlamentare del DDL, vediamo di cosa si tratta.

Legge sugli educatori: ecco come cambieranno i titoli

Dopo la più che probabile approvazione del DDL sugli educatori non esisteranno più gli attuali titoli di Educatore ed Educatore professionale, a oggi attribuiti rispettivamente a chi segue un percorso formativo pedagogico-culturale e a chi segue invece un percorso di studi tramite la facoltà di Medicina.

Oggi gli educatori classe L19 provengono da Scienze dell'educazione e della formazione, gli educatori classe LSNT2 provengono da Medicina.

Questi titoli saranno cancellati e ne saranno istituiti due nuovi: gli educatori con formazione in Scienze dell'educazione e della formazione verranno definiti Educatori professionali, mentre gli educatori provenienti da Medicina verranno definiti Educatori professionali sanitari. La fondamentale novità, come già noto, è che con la nuova legge la laurea sarà indispensabile per poter lavorare come educatore.

Legge sugli educatori: chi si occuperà di cosa e situazione per chi lavora senza esserelaureato

Nelle sue recenti dichiarazioni Milena Santerini, relatrice in commissione VII alla Camera per la proposta di legge, ha chiarito diversi punti.

La legge attribuirà ai due nuovi titoli degli specifici ambiti: l'educatore professionale opererà in ambiti scolastici, educativi, di integrazione per soggetti stranieri, di "genitorialità e famiglia" e in ambito "sportivo e motorio". L'educatore professionale sanitario opererà invece in servizi e presidi sanitari e socio-sanitari.

Ma cosa succederà per chi oggi opera, come consentito dalla legge, senza avere il titolo di laureache diventerà necessario con la nuova normativa? Santerini ha spiegato come il piano preveda per questi soggetti un corso integrativo della durata di almeno un anno.