A Gilda Tv va in onda una intervista nella quale esordisce il Prof. Riziero Agostinelli che spiega il no al concorso per gli abilitati. Nell'intervento di apertura dell'intervista, spiega che parteciperà al concorso con lo scopo di fare ricorso contro una procedura incostituzionale come la legge 107. La motivazione dell'impugnazione risiede nei criteri iniqui adottati dal governo per reclutare gli insegnanti da immettere in ruolo. Dopo tanti anni di lavoro supplente alle spalle e una abilitazione costosa, il ruolo deve arrivare d'ufficio. A seguire l'intervento del legale che spiega i motivi dell'impugnazione dei bandi del concorso attraverso il ricorso che verrà proposto davanti al giudice amministrativo regionale a difesa dei docenti precari della II e III fascia delle Graduatorie di Istituto.

Tutti allegramente danneggiati

I docenti abilitati spiegano perchè non vogliono questo concorso, ma non sono gli unici ad essere danneggiati da questa scelta del governo. A fianco a loro ci sono anche tutti quelli che non si sono potuti abilitare per mancanza di risorse o di tempo. Sono infatti ancora in corso le ultime annualità dei corsi di sostegno e dei Pas. Questo non gli consente di accedere a istanze on line e presentare la domanda per partecipare ad un concorso che invece sarebbe auspicabile per loro. Gli uni e gli altri uniti in una battaglia di difesa del proprio diritto al lavoro. Questa circostanza viene spiegata dall'avvocato Valentina Piraino che in un intervento di circa 1.30 minuti spiega l'azione ricorsista in loro favore.

L'intervista all'avvocato Piraino

Con il concorsone 2016 si evidenzia una anomalia: i primi soggetti lesi sono proprio i docenti abilitati stessi a cui è rivolto. Sono soggetti che lottano da anni per vedersi riconoscere i diritti legittimi ad essere inseriti nelle gae. Ricordiamo anche la sentenza europea sui 36 mesi per la quale avrebbero diritto ad essere stabilizzati.

Inoltre va considerato che non c'è corrispondenza tra domanda e offerta di posti. Circostanza evidente per la platea di interessati di circa 200.000 unità a fornte dei 63.000 posti circa messi a disposizione. La conseguenza sarà che avremo professori senza cattedre e cattedre senza professori. La voce dei docenti va portata all'attenzione dei tribunali perchè la discriminazione è palese ed in costante aumento.