Il tempo scorre e molti docenti di sostegno lucani, assunti attraverso la fase 'B' della Legge 107/2015, tentano di giocarsi l'ultima carta per scongiurare la loro partenza sin dal primo settembre 2016. Spinti da una palese ingiustizia perpetrata ai loro danni, corrono ai ripari, chiedendo il sostegno e l'aiuto della politica locale per evitare di dover lasciare la propria terra dopo tanti anni di duro lavoro presso gli istituti scolastici della Basilicata. Alcune indiscrezioni parlano, infatti, di posti di sostegno vacanti da Roma in su e pronti peressere 'affibbiati' proprio ai medesimi insegnanti lucani.
Per tale motivo ieri il Consiglio Regionale della Basilicata ha approvato una mozione, firmata da tutti gli schieramenti politici, la quale permetterebbe a circa 200 docenti di sostegno delle Basilicata di poter rimanere ad insegnare nella loro terra di origine, dove finora hanno svolto bene il loro delicato lavoro.
Una mozione chiama in causa i posti in deroga finanziabili attraverso i Fesr e Fse
La mozione in oggetto, la quale ha come primo firmatario il consigliere regionale Napoli del Pdl-Fi, farebbe si che la Giunta regionale lucana si attivi, in sede di Conferenza permanente tra Stato, Regioni e Provincie a sensibilizzare il Governo verso questo problema presente al sud e tanto caro a tutto lo schieramento politico della Basilicata.
Più in particolare la mozione mira a garantire a quel personale docente che ha svolto per tanti anni il proprio servizio sul territorio lucano di continuare a svolgerlo mediante l'attivazione dei posti in deroga, facendo uso delle risorse finanziarie provenienti e disponibili dal Fesr e dal Fse.
Ai lavori d'aula di ieri era presente una folta delegazione di docenti di sostegno, speranzosi di assistere all'approvazione dell'annunciata mozione del consigliere Napoli.
Gli stessi hanno assistito a quasi tutto lo svolgimento del Consiglio Regionale fino all'approvazione del documento anzidetto. Cosa rivendicano questi lavoratori? Qualcuno di loro afferma: «Siamo i docenti assunti nella fase B del Piano delle assunzioni della Buona Scuoladi Renzi. Dietro questa buona Scuola, però c'è il dramma di chi ha la mera colpa di essere in possesso del titolo di sostegno e per questo siamo finiti in scuole che si trovano da Roma in su».
Questo, in poche parole, è il racconto di questi lavoratori esasperati per essere colpevoli solo di aver cumulato negli anni, pagando fior di quattrini, una specializzazione che ha arrecato loro solo disagi, rispetto agli altri colleghi meno titolati. In effetti, questa è la verità che riguarda questa anomala situazione che sta esasperando notevolmentequesto comparto della scuola pubblica italiana.
Un modello da imitare in altre regioni del sud Italia
Anche la politica lucana esprime il proprio parere e il consigliere Napoli interviene dopo i lavori del Consiglio, dichiarando: «A partire dal primo settembre prossimo si prevede un esodo rilevante dei docenti lucani verso altre regioni d'Italia».
E continua: «Un fatto ingiustificato, se si pensa che gli stessi docenti destinatari di tale provvedimento hanno lavorato ad oggi per lungo tempo nelle provincie della nostra regione su posti scoperti, quasi tutti attualmente disponibili». Per tutta la politica locale, poi, questa circostanza comporterebbe - a detta degli stessi esponenti - un impoverimento economico, umano e culturale che certo non si meriterebbe in questo momento storico la Basilicata.