Ancora aggiornamenti sul tema delle Pensioni. Le novità riguardano i lavoratori precoci e la proposta quota 41. Di ieri la manifestazione a Roma insieme agli esodati. Resta il problema di fondo: nonostante i telegiornali abbiano parlato della protesta, in televisione l'unico messaggio ad essere passato è stato quello degli esodati. I precoci si chiedono il motivo di questo trattamento da parte dei tg nazionali. Perché questa disparità di trattamento? I precoci sono i primi a dire che gli esodati hanno la precedenza, ma esistono anche loro. Per quale motivo dunque si tiene sempre nascosta la protesta di questa speciale categoria?

Forse perché sono una 'razza in via d'estinzione' come ha detto qualcuno alcuni mesi fa? Forse perché il problema, andando avanti con gli anni, si risolverebbe in maniera naturale, se così possiamo dire? Tutte domande legittime per le persone che continuano a battersi per chiedere di poter andare in pensione dopo 41 anni di contributi.

Il caso di Rete 4

Fa ancora discutere il trattamento ricevuto ieri sera dai lavoratori precoci in collegamento con la trasmissione 'Dalla vostra parte' in onda su Rete 4. I precoci stavano cercando di ottenere delle risposte dagli ospiti presenti in studio, che hanno però cambiato discorso, parlando dei giovani. Con ancora l'audio aperto dalla piazza di Roma, alcuni dei precoci hanno sottolineato che non era il momento di parlare dei giovani, chiedendo maggiore rispetto.

Urlo disperato che non è stato ascoltato dallo studio centrale, che non è più tornato sull'argomento, salutando nel finale semplicemente la piazza senza dare possibilità di replica ulteriore ai precoci che avevano esposto lo striscione 'Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti', il gruppo Facebook che continua a ricevere adesioni da più parti d'Italia (si è arrivati a quota 13 mila iscritti ed il numero cresce costantemente di giorno in giorno).

Tornando alla manifestazione di ieri mattina, era presente insieme ai lavoratori anche Cesare Damiano, promotore di quota 41, che è tornato negli ultimi giorni a chiedere con forza al governo la flessibilità in uscita, ricordando la sua proposta datata ormai al 2013 che include anche il piano per i precoci, che andrebbero in pensione dopo 41 anni e senza penalizzazioni sull'assegno previdenziale, contrariamente alle indiscrezioni che circolano in giro da diverso tempo a questa parte, che prevedono un taglio dell'assegno pensionistico tra il 3 e 4 per cento per ogni anno di anticipo.

Le priorità di Enrico Zanetti

Mentre i lavoratori precoci erano in piazza a Roma, il viceministro dell'Economia era ospite negli studi di Mi Manda Rai Tre, dove si è reso protagonista di alcune dichiarazioni che hanno sollevato un mare di polemiche tra gli stessi precoci. Zanetti ha parlato di priorità, sostenendo che in questo momento vengono prima le persone che non hanno un reddito, dunque non hanno un lavoro. Tra le righe, il viceministro ha fatto capire che le priorità del governo sono quelle di risolvere il problema prima di chi non ha un lavoro (categoria dove rientrano anche gli esodati, anche loro in piazza ieri). Sembra dunque allontanarsi la possibilità per i precoci di vedere approvata quota 41, sebbene la flessibilità in uscita rimanga uno dei temi principali nell'agenda del governo, come dichiarato da più esponenti, tra cui lo stesso Padoan.