Oggi 22 aprile giornata importante per i lavoratori precoci e le loro Pensioni. A Roma si tiene una nuova manifestazione per chiedere al governo l'approvazione di quota 41. Dopo le ultime notizie sulle pensioni precoci non proprio confortanti, con l'esecutivo Renzi che sembra essersi nuovamente dimenticato della categoria, arriva l'ennesima mobilitazione contro la legge Fornero. Ci stiamo avvicinando a metà 2016, e ancora tutto è come prima, nonostante le mille indiscrezioni sull'introduzione della flessibilità in uscita dei giorni scorsi.
Luogo di incontro - Il ritrovo è fissato in via XX Settembre, di fronte ai palazzi del Mef, ministero Economia e Finanza.
La protesta avrà inizio alle ore 10 e proseguirà fino alle 13. I lavoratori precoci sperano di avere una visibilità mediatica importante. Molti di loro indosseranno l'ormai nota maglietta con scritto 'Quota 41 senza se e senza ma'. Striscioni e fischietti faranno da supporto alla mobilitazione.
Nuovo appuntamento - Per il 19 maggio è stata fissata una nuova manifestazione a Roma. A parteciparvi i sindacati e i futuri pensionati, che chiedono di modificare la legge Fornero e l'introduzione della flessibilità, oltre che la risoluzione del problema dei precoci, con l'adozione di quota 41, proposta inserita nel ddl 857 di Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera dei deputati.
L'ultima protesta era stata indetta lo scorso 2 aprile. Il fatto che venga ripetuta a distanza di un mese potrebbe non essere un bel segnale.
La richiesta - Quello che chiedono i lavoratori precoci al governo è semplice: quota 41. Per chi lo legge per la prima volta, spieghiamo in breve cosa prevede. Quota 41 si riferisce agli anni complessivi di contributi necessari per andare in pensione senza penalizzazioni sull'assegno pensionistico, indipendentemente dall'età anagrafica.
Oggi la legge Fornero permette ai precoci di andare in pensione dopo 42 anni e 10 mesi (per gli uomini, un anno in meno per le donne). L'ennesimo "scatto" in avanti verrà introdotto il 1 gennaio del 2019.
L'uomo chiave - Il punto di riferimento per i precoci rimane Cesare Damiano. Il presidente della commissione Lavoro alla Camera è l'autore della proposta quota 41.
Inoltre il parlamentare del Partito democratico è tra i pochi a ricordare la questione in televisione ed uno dei pochi che si adopera concretamente per risolvere il problema. In più di un'occasione l'esponente dem è stato fotografato insieme ai lavoratori durante le manifestazioni in piazza.
Le altre proposte - Il piano Boeri prevede quella che è stata ribattezzata quota 43. Il presidente dell'Inps ha fissato a 43 anni contributivi il limite grazie a cui accedere all'assegno previdenziale, due anni in più rispetto a quota 41. L'economista ha motivato la sua proposta sottolineando che tra non molto, qualora dovesse restare la legge Fornero anche nei prossimi anni, il limite arriverà a 45 anni di contributi (si passerà a 43 anni già dopo il 1 gennaio del 2019).
Mossa a sorpresa - Continuano a far discutere le dichiarazioni di Elsa Fornero, rilasciate all'agenzia Adnkronos. L'ex ministro del Lavoro ha invitato il governo a concentrarsi sulla risoluzione dei problemi dei lavoratori precoci, sconsigliando allo stesso tempo un intervento sulla flessibilità in uscita generalizzata, affermando che questa non creerà nuovi posti di lavoro. Dichiarazioni che hanno fatto riesplodere la rabbia all'interno del gruppo dei precoci e non solo.