"La formula del prestito pensionistico è l'unica che può dare risposte al tema della flessibilità senza pregiudicare gli imprescindibili obiettivi di finanza pubblica": lo afferma in una nota il Sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti, spiegando il senso della proposta sottostante l'apertura del Governo alla flessibilità previdenziale. Per l'esponente dell'esecutivo, si tratta di attuare una mediazione ragionevole tra le esigenze dei lavoratori e quelle di sostenibilità dei conti pubblici, trovando una formula che possa passare indenne anche nei confronti delle successive verifiche da parte degli organismi di controllo internazionali.

"Scaricare sul bilancio dello Stato miliardi di maggiori oneri per la spesa pensionistica sarebbe irresponsabile" spiega Zanetti. Resta il fatto che le nuove tre ipotesi di uscita a partire dai 63 anni di età (oppure da 39 anni e 10 mesi di contribuzione) appaiono comunque distanti rispetto alla quota 97 finora ipotizzata in Parlamento. Intanto dalla Commissione lavoro della Camera si interpreta l'apertura in modo positivo, cioè come un primo passo in avanti verso la riforma del settore, attesa ormai da oltre 3 anni.

Prestito previdenziale e pensione anticipata con Quota 97: al via i rilievi sui costi delle misure

Stante la situazione, l'apertura del tavolo sulla flessibilità previdenziale si concentrerà sulle stime di costo utile al fine di garantire le misure correttive. I tecnici del Mef dovrebbero presentare un primo paper già a partire del prossimo maggio, ma le stime iniziali riguardanti il prestito pensionistico tramite un accordo con Abi e assicurazioni parlano della necessità di accantonare circa un miliardo di euro. Per avviare i pensionamenti anticipati tramite la quota 97 il costo stimato sarebbe invece compreso in una forchetta che va dai 5 ai 7 miliardi di euro. Nel primo caso a sostenere la totalità dei costi sarebbe l'Inps, mentre nel secondo scenario gli istituti di credito potrebbero accollarsi larga parte degli anticipi contributivi sotto forma di un prestito, che poi verrà gradualmente restituito dal futuro pensionato.

In questo ultimo scenario, la rata potrà comunque estinguersi al rimborso complessivo dell'anticipo, mentre la penalizzazione prevista con il sistema delle quote sarebbe da considerarsi come permanente. 

Prepensionamenti 2016, i dubbi sulle nuove proposte governative

A questo punto bisognerà capire in che modo evolverà la situazione, così da avere dei dettagli tecnici precisi in merito alle proposte, soprattutto per quanto concerne l'entità delle penalizzazioni applicate e l'ammontare complessivo delle rate del prestito previdenziale. Secondo gli ultimi commenti, il peso delle trattenute non dovrebbe comunque risultare superiore al 10-12% dell'importo erogato, al fine di garantire che la misura possa risultare sostenibile anche per il pensionato.

Altro punto da risolvere è il rischio di morte in capo all'intestatario del prestito pensionistico, un elemento che potrebbe essere coperto dalle assicurazioni. Nel frattempo resta ancora senza risposta la domanda con cui abbiamo aperto l'articolo: i prestiti Inps rappresentano davvero l'unica soluzione alla flessibilità previdenziale?

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