La prova scritta del concorso scuola 2016 si sta rivelando molto più difficile di quanto i candidati si immaginassero: il meccanismo di fondo della maggior parte delle domande è quello di definire una programmazione più o meno completa in tutti i suoi aspetti. Chiunque abbia svolto il mestiere di insegnante, secondo i candidati, sa benissimo che per completare una programmazione servono pomeriggi interi di lavoro, di impegno e di definizione di tutte le strategie più adeguate per il successo formativo degli allievi: in parole semplici, l'accusa è che è impossibile pensare un'unità di apprendimento o addirittura un modulo, stenderla in tutte le sue parti e ragionarci in maniera precisa in circa 15-18 minuti di tempo.

Si sottolinea in più un altro aspetto: la didattica e le più avanzate teorie pedagogiche dimostrano chiaramente come non si possa fare una programmazione senza prima aver conosciuto e definito le caratteristiche contestuali del gruppo classe con il quale si costruisce la relazione di insegnamento/apprendimento; si tratta di una simulazione che avrebbe, anche dal punto di vista strettamente didattico, poco senso. A dirlo non sono solo i candidati, ma anche un autorevole docente universitario.

Critiche e suggerimenti per lo scritto del concorso scuola 2016

Sui forum si rincorrono le discussioni tra i docenti che hanno già sostenuto la prova scritta del concorso Scuola 2016 e quelli che ancora devono 'sottoporsi' a tale prova.

Molti hanno lamentato proprio la scarsità del tempo a disposizione, proprio come segnalato dal docente universitario nella sua lettera aperta al ministro Giannini, più ancora che la difficoltà dei quesiti. L'unico modo per provare a farcela, secondo i diretti interessati, è quello di usare un prosa molto asciutta (a discapito della possibilità di raccontare la didattica in maniera più approfondita) e di essere molto schematici, definendo immediatamente tutte le caratteristiche che deve avere un'unità di apprendimento: dagli obiettivi formativi alle competenze, passando per le strategie didattiche e le metodologie, fino ad arrivare all'ambito della verifica e della valutazione.

Un'impresa quasi impossibile e che mortificherebbe la dignità del mestiere di insegnante, questa la posizione deldocente Andrea Sansò, il qualeafferma che, dinanzi ad una prova del genere, sarebbe veramente impossibile farcela anche per il professore più preparato. Su OrizzonteScuola, infine, si sottolinea come la decisione del Miur di strutturare la prova in questi termini dia ragione a chi accusa i docenti di lavorare solo 18 ore a settimana, dimenticando che, per programmare gli interventi didattici, ci vogliono interi pomeriggi di lavoro. Per aggiornamenti sulle prove giorno dopo giorno e i consigli degli esperti e dei candidati, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.