Il prossimo 17 maggio è attesa la decisione della Corte Costituzionale in merito alla questione dell'abuso dei contratti a termine per tutti quei lavoratori della Scuola (e in generale della Pubblica Amministrazione) che vantano un servizio superiore ai 36 mesi. In Italia sono circa 500.000 i precari della PA, un vero e proprio esercito che attende di conoscere il giudizio della Consulta sull'ormai celebre causa Mascolo e, soprattutto, sulla sentenza della Corte Europea del 26 novembre 2014 che ha stabilito come il continuo e prolungato utilizzo dei precari vada contro alla normativa contenuta nella Direttiva UE N.

70 del 1999.

Ultime news scuola, mercoledì 11 maggio 2016: Mattarella e il giudizio Consulta sull'abuso di precariato

A questo proposito, 'Il Fatto Quotidiano' ha sottolineato la necessità di aprire le porte alla stabilizzazione dei precari anche in Italia, così come da tempo avviene in gran parte d'Europa. Una spinta potrebbe essere data dal decreto N. 26/N/2016, firmato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in base al quale viene disposto l'avviamento del processo di stabilizzazione dei precari: si tratta di un provvedimento, come specificato dallo stesso Quirinale, attraverso cui si intende rispettare i principi dell'ordinamento in materia, nonchè gli indirizzi dettati dall'Unione Europea.

Corte Costituzionale si pronuncia sulla questione il 17 maggio: cosa aspettarsi?

Tra l'altro, giova ricordare come il Presidente Mattarella fu il Giudice costituzionale che scrisse l'ordinanza 207 del 2013 (che potrete rileggere a questo indirizzo Web gildains.it/public/documenti/2778DOC-938.pdf) che finì per dare impulso alla sopraccitata sentenza della Corte Europea contro l'abuso dei contratti a termine.

Dopo la sentenza delle sezioni unite della Corte di Cassazione, emessa quasi due mesi fa, attraverso la quale veniva sancito il risarcimento danni (tra le 2,5 e le 12 mensilità) a favore dei precari 'vittima' di abuso di contratto a tempo determinato, alla luce di quanto sopra esposto si può essere più ottimisti in vista del giudizio della Corte Costituzionale del prossimo 17 maggio.