Un'altra vittoria giuridica importante per il riconoscimento del servizio pre ruolo: questa volta è il Tribunale di Roma ad aver dato ragione ad un'insegnante originaria di Milazzo che, attraverso un ricorso patrocinato dall'avvocato messinese Vincenzo La Cava, aveva denunciato la disparità di trattamento economico compiuta a suo danno.

Ultime news scuola, martedì 24 maggio: Miur condannato, riconosciuto servizio pre ruolo ad una docente

L'insegnante entrò in ruolo nel 2011, presentando successivamente la domanda per la ricostruzione della carriera ai fini del riconoscimento del servizio pre ruolo, svolto dal 2003 al 2011: l'amministrazione scolastica, però, riconobbe alla docente solamente i primi quattro anni oltre ai due terzi del periodo eccedente.

Il ricorso presentato dall'avvocato La Cava ha messo in evidenza la chiara disparità di trattamento messa in atto dall'amministrazione scolastica tra gli insegnanti assunti a tempo indeterminato e i supplenti, chiedendo perciò che venisse applicata la normativa imposta dalla comunità europea, anzichè quella nazionale.

Sentenza importante per migliaia di docenti e personale ATA

Il Tribunale di Roma ha pienamente accolto la tesi dell'avvocato, autorizzando il riconoscimento per intero del servizio pre ruolo e condannando oltre modo il Ministero dell'Istruzione alla collocazione stipendiale maturata sin dal primo contratto a termine (quello del 2003): per tale ragione, l'amministrazione centrale dovrà risarcire l'insegnante, corrispondendo una somma pari a 12.126 euro a copertura del danno subìto; inoltre, la docente si vedrà riconosciuto un punteggio complessivo pari a 151 punti, derivante dagli otto anni di servizio pre-ruolo prestati, calcolati interamente.

Per l'avvocato La Cava, la sentenza acquisterà un particolare valore per i docenti e per il personale Ata che, a tutt'oggi, sono vittime dell'errata applicazione di una normativa illegittima che si pone decisamente in contrasto con quanto enunciato dalla direttiva della Comunità Europea 70/1999, la quale ha sancito il divieto di discriminazione tra i contratti stipulati a tempo indeterminato e quelli a termine.