Il referendum sulla 'Buona Scuola', indetto per abrogarne una parte consistente, potrebbe fallire ancor prima di partire: a quanto pare, infatti, le firme raccolte fino a questo momento non sarebbero più di circa 300mila, mentre bisognerebbe raccoglierne 500mila affinché i quesiti referendari possano essere depositati. L'ultimo intervento della Gilda degli insegnanti racconta come la raccolta non stia andando male, ma anche come sia necessario un vero e proprio 'colpo di reni' affinché si riesca a raggiungere la cifra necessaria di firme. La domanda che in molti si pongono riguarda proprio la situazione politica italiana: come sottolineato da un interessante intervento pubblicato su 'La tecnica della scuola', i docenti protestano e si lamentano, ma poi non vanno a firmare per i referendum.

Cosa sta succedendo nel mondo della scuola? Nel frattempo, sui vari gruppi Facebook si susseguono gli appelli per invitare i cittadini e le cittadine (ma soprattutto i docenti) ad andare ad apporre la propria firma.

Fallimento per il referendum contro la 'Buona Scuola'?

Nell'articolo citato si lancia un vero e proprio attacco al mondo della scuola: sui gruppi Facebook si possono leggere post entusiasti per la sconfitta del PD alle elezioni amministrative 2016. C'è, infatti, chi sostiene che sia stato proprio il popolo della scuola a penalizzare fortemente il partito di Matteo Renzi: la domanda che ci si pone è perché i docenti esultino per la sconfitta dei democratici e poi non si rechino a firmare per il referendum abrogativo della 'Buona Scuola'.

Il fallimento è, al momento, la possibilità più reale: mancano ancora 200mila firme che vanno raccolte nel mese di giugno, l'impresa sembra essere particolarmente difficile e così le varie associazioni stanno lanciando appelli continui per invitare tutte e tutti ad andare ad assolvere al proprio 'dovere' civico.

Lo strumento referendario è uno dei pochi che la Costituzione affida direttamente al popolo e il mondo della scuola, secondo l'estensore dell'articolo su 'La tecnica della scuola', rischia realmente di fare una figuraccia: se realmente si ritiene che i presidi abbiano poteri eccessivi, se realmente non si concorda con il bonus premiale e con la chiamata diretta, perché i docenti non si recano a firmare? Per aggiornamenti sull'andamento del referendum, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.