Ancora una dura batosta per i lavoratori usuranti e precoci che ormai da anni attendono un intervento risolutivo dal Governo. Una dura battaglia intrapresa dalla Commissione Lavoro alla Camera e dai sindacati che attendono il confronto con l'esecutivo.

Giorno 14 giugno, infatti, le parti sociali Cgil, Cisl e Uil siederanno davanti al ministro del Lavoro Giuliano Poletti e al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini per discutere i temi più delicati che tuttora non hanno avuto risposta.

I precoci ancora esclusi dai piani dell'esecutivo

Ancora una volta, potrebbero essere esclusi i lavoratori precoci che, nonostante abbiano una lunga carriera lavorativa alle spalle non hanno avuto la possibilità di accedere alla pensione. Tra i piani del Governo, un intervento sulla flessibilità in uscita dando la possibilità a migliaia di lavoratori di usufruire della pensione anticipata. Una mossa che permetterebbe l'anticipo dell'età pensionabile andando in contro ad una penalizzazione massima dell'8 %. La misura, riguarderebbe i nati tra il 1951 e il 1953 che avrebbero la possibilità di anticipare l'uscita di tre anni rispetto alla data per il conseguimento della pensione di vecchiaia.

I precoci raccolgono le firme a favore del ddl 857

Intanto, i lavoratori precoci avrebbero avviato la raccolta delle firme a favore del disegno di legge n. 857 depositato dalla minoranza Dem in Commissione Lavoro alla Camera. Una proposta basata soprattutto sulla flessibilità in uscita ma che abbraccia anche il delicato tema di Quota 41, ovvero la possibilità di lasciare anticipatamente il lavoro dopo il raggiungimento di almeno 41 anni di versamenti contributivi indipendentemente dall'età anagrafica e senza penalizzazioni.

Anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil si sono schierati a favore dei precoci e continueranno a premere il Governo nel confronto previsto per il 14 giugno. L'intento delle parti sociali, infatti, sarebbe quello di arrivare ad una soluzione conclusiva su Quota 41 anche se, come annunciato più volte, il Governo potrebbe rimettere mano sulla questione in occasione della prossima Legge di Stabilità.