Ancora una richiesta arriva dai sindacati Cgil, Cisl e Uil a margine del confronto avviato nei giorni scorsi sulla flessibilità in uscita. Si tratta del cosiddetto meccanismo di Quota 100, una proposta elaborata tempo fa dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che ha ricevuto maggiori consensi ma nello stesso tempo è stata accontonata per via degli ingenti costi che lo Stato avrebbe dovuto sostenere.
I sindacati chiedono Quota 100
L'ipotesi, infatti, consisteva nel garantire il diritto a pensione dopo il raggiungimento di un minimo di 62 anni di età anagrafica e 38 anni di versamenti contributivi, oppure 63 anni di età e 37 anni di contributi o ancora, 64 anni di età e 36 anni di contribuzione.
Una proposta che avrebbe fatto gola a migliaia di pensionandi visto che, avrebbero avuto la possibilità di lasciare il lavoro nel momento ritenuto da loro più opportuno.
Il dibattito sul tema previdenziale è aperto ormai da mesi e i sindacati non si sono arresi di fronte a un Governo che sembra poco intenzionato a rimettere mano sul capitolo Pensioni. Ad intervenire ancora una volta, infatti, sono le tre sigle confederali che ritornano a chiedere l'approvazione della Quota 100 abbinandola con la misura che permetterebbe ai lavoratori precoci di lasciare anticipatamente il lavoro dopo aver maturato almeno 41 anni di versamenti contributivi senza penalizzazioni (Quota 41).
Governo a lavoro sull'Ape
Il Governo Renzi, intanto, resta a lavoro sull'Apeovvero l'anticipo pensionistico che consisterebbe in una sorta di prestito a favore dei lavoratori che siano in possesso di almeno 63 anni e 7 mesi di età anagrafica da restituire con una leggere penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo dell'età pensionabile.
Decurtazione che, stando a quanto anticipato dal sottosegretario Tommaso Nannicini, è inversamente proporzionale al reddito. Nella misura, verranno coinvolti istituti di credito e di assicurazioni che faranno da tramite nell'erogazione del prestito.
Si tratta di una misura che potrebbe rivelarsi utile per le nuove generazioni visto che il blocco del turnover ha reso sempre più difficile l'ingresso per i giovani nel mondo lavorativo.