In merito ai risultati delle recenti elezioni amministrative, "secondo me ha pesato la questione sociale, quindi dentro la questione sociale ci sono le pensioni, c'è il nodo della povertà, ci sono le Pensioni basse". Lo ha affermato il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, intervenendo durante la trasmissione Coffee Break del Canale televisivo La 7.
Per l'esponente democratico l'immobilismo sulla riforma della previdenza rischia di generare nuovi rischi nei prossimi confronti politici. "Gli annunci sono stati molti e le soluzioni non si sono viste, quindi molti me l'hanno detto: guardate che se non mettete mano a questo problema in modo convincente perdete pure il referendum di ottobre. Quindi la questione c'è, la questione sociale c'è, la diseguaglianza c'è. Poi bisognerebbe esaminare perché c'è, perché ormai sono diventati tutti keynesiani e sviluppisti".
Riforma pensioni e welfare: problemi attuali figli del mercatismo
Nell'analisi della situazione fatta dall'On.
Damiano i problemi che ci troviamo a sperimentare oggi sono derivanti dall'approccio liberista all'economia avuto in Occidente. "Questa situazione è diventata figlia di un'impostazione ideologica della destra, del mercatismo, del liberismo assoluto che ha portato a queste diseguaglianze". A questo fenomeno si unisce la debolezza del nostro continente nell'affrontare le sfide che questo cambiamento ha comportato. "L'Europa politica non c'è ed è, in un contesto di globalizzazione, perdente per l'Occidente. Noi perdiamo con la globalizzazione, ci siamo illusi che ci avrebbe fatto bene. Abbiamo scoperto che non ci ha fatto bene perché le grandi multinazionali del Nord del mondo sono colonizzate dalla Cina e dal Sud est asiatico e il ceto medio dell'Occidente si sta indebolendo".
Pensioni flessibili: serve chiudere un intervento entro metà settembre
Tornando alla questione della flessibilità previdenziale, il Presidente della Commissione lavoro si sofferma sulla necessità di agire con urgenza in favore dei lavoratori. "Io spero che il Governo abbia la capacità di chiudere con il sindacato un accordo prima del referendum e cioè entro la metà del mese di settembre. Poi quando si dice anticipo bisogna calcare la mano sul termine flessibilità e non sul prestito, perché dev'essere l'Inps l'ufficiale pagatore vero". Infine, la questione sociale non deve dimenticare che i più deboli devono avere la priorità, anche con misure di supporto che li liberino dai costi di un anticipo pensionistico. "Se ci sono delle persone deboli vediamo chi sono e quelle persone con la flessibilità non debbono pagare pegno, quindi ci deve pensare lo Stato in qualche modo".
Riguardo all'individuazione di questa platea, l'On. Damiano ha citato "i disoccupati di lungo periodo, quelli che hanno consumato gli ammortizzatori sociali. Quelli che hanno iniziato a lavorare a 15, 16 o 17 anni. Quelli che fanno lavori usuranti e i disabili".
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