Mentre il PD e Matteo Renzi sono alle prese con la direzione del partito e i problemi che sta attraversando dal punto di vista del consenso, il mondo della Scuola si compatta nel dire 'NO' al 'bonus merito docenti': si tratta di una delle misure più contestate perché permette, di fatto, ai dirigenti scolastici di disporre delle premialità da concedere ai docenti senza alcuna procedura reale di oggettività. La scuola si sta sempre di più unendo contro questa misura e la motivazione generale riguarda il dispositivo in sé: dopo il bonus di 500 euro, tocca ora al bonus merito docenti; a non piacere, è anche e soprattutto la 'politica del bonus', cioè qualcosa che è 'una tantum' e che, soprattutto, non si basa su alcun criterio oggettivo.

Il fronte del 'NO', dunque, si sta rinforzando e quasi quotidianamente giungono notizie di scuole e di gruppi di docenti che hanno dato la loro 'indisponibilità' ad accettare il 'bonus merito'.

Lo scontro politico, il PD e il nodo del 'bonus merito docenti'

Sulla questione del 'bonus merito' sono intervenuti negli ultimi giorni anche due importanti rappresentanti della maggioranza di governo e del PD: l'onorevole Malpezzi, ad esempio, si è detta contrariata per il 'NO' dei docenti in quanto il messaggio che passa è semplicemente quello di una scuola che non vuole mettersi in discussione e non vuole migliorare la propria professionalità e la propria offerta formativa; anche l'onorevole Camilla Sgambato ha grossomodo dichiarato la medesima cosa, il 'bonus merito docenti' serve per migliorare l'istituzione scolastica.

Secondo la stampa specializzata il Miur e, in generale, il governo Renzi dovrebbero aprirsi a un confronto vero con il mondo della scuola, anche perché i docenti non rifiuterebbero la 'valutazione' in generale, ma la 'valutazione' nelle mani del preside, il quale potrebbe farne un uso 'sbagliato'.

Le motivazioni del 'NO' al 'bonus merito docenti'

Ma quali sono le motivazioni che stanno spingendo sempre più scuole e professori a dire 'NO' al 'bonus merito'? Dalla lettura dei documenti è possibile affermare che sono almeno quattro:

  • il 'bonus merito' non può sostituire, come è intenzione del governo, il blocco degli stipendi – si tratterebbe, dunque, di una mossa per rinviare il rinnovo del contratto
  • non è accettabile che tra i criteri scelti da molte scuole e da molti presidi vi sia il fatto di essere disposti a svolgere le cosiddette 'funzioni strumentali' – la logica e la dinamica sarebbe sbagliata perché produrrebbe 'lavoro gratuito' pur di ottenere la premialità
  • limitazione della libertà d'insegnamento perché il docente dovrebbe adeguarsi a criteri calati dall'alto e non alle richieste dell'utenza scolastica
  • un eccesso di competizione tra i docenti che non può che andare a discapito della necessaria collegialità nelle scelte dell'offerta formativa – ancora una volta, a essere penalizzati sarebbero gli allievi

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