Si intensifica la protesta dei docenti per l'assegnazione del bonus di merito previsto dalla riforma scolastica firmata Renzi-Giannini, la cui assegnazione dovrà avvenire entro il termine del mese di agosto. Man mano che stanno venendo alla luce le cifre del premio, cresce la consapevolezza dei docenti che il bonus di valutazione sia un sintomo di contrarietà, una farsa alla quale i comitati di valutazione hanno dovuto corrispondere dei parametri di giudizio quanto più oggettivi per decidere i professori maggiormente meritevoli.  

Bonus docenti 2016: qual è l'importo netto?

Il quotidiano La Sicilia di oggi riporta il malessere dei docenti delle scuole della provincia di Siracusa: anche qui gli insegnanti si sono uniti alla rinuncia al bonus, protesta che sta avvenendo un po' in tutta Italia.

Al momento, sono tredici le scuole nelle quali gli insegnanti hanno firmato un documento di rinuncia del premio. Nel documento si legge che i professori percepiranno un premio per l'intero anno scolastico di circa duecento euro lordi che corrispondono a 140 euro netti con un taglio, dovuto alle tasse, del 30 per cento. Poco più, dunque, di dieci euro al mese, il prezzo di una pizza. Ma la protesta, è bene precisarlo, non è dovuta solo all'importo modesto, anche se la questione non è affatto trascurabile. Ciò che i docenti contestano è il modello di Scuola di stampo aziendalistico, la quale porta l'assegnazione del premio non a tutti gli insegnanti, ma solo ad una cerchia gerarchizzata e uniformata alla didattica delineata proprio dai parametri di valutazione. 

Scuole, sotto accusa i criteri del bonus ai docenti

Sotto accusa ci finiscono, dunque, anche i comitati di valutazione ed i presidi che avranno l'ultima parola sui meritevoli del premio.

L'ampia autonomia concessa dal ministero dell'Istruzione alle scuole nel decidere chi e perché merita il bonus si sta rivelando un altro flop della riforma scolastica del Governo. La libertà concessa a ciascun istituto di decidere i propri criteri di valutazione ha dato vita ad una serie di parametri, molti dei quali contestabili. Come la presentazione della domanda per aspirare al bonus o il conteggio delle assenze dei professori, criteri non previsti da alcun comma della legge 107. Di conseguenza, viene meno l'oggettività nel decidere i migliori professori sia dal punto di vista didattico che dell'accresciuta preparazione degli studenti.