Tiene banco ancora la questione dei lavoratori stagionali e sussidio di disoccupazione a loro spettante. La stagione estiva, quella di lavoro per questa particolare categoria di lavoratori è nel vivo. Presto però, con la chiusura degli stabilimenti balneari e con la fine delle vacanze estive, questi soggetti si catapulteranno a chiedere il sussidio per coloro che involontariamente perdono il lavoro. Proprio il nuovo sussidio di disoccupazione, la Naspi, sarà altamente penalizzante per questi lavoratori perché sarà ridotto come periodo a pochi mesi.
Il rischio che molti di questi rimarranno senza reddito per lunghi periodi dell'anno ha scatenato la protesta, la nascita di gruppi e comitati e l’interesse di alcuni esponenti politici che pressano il Governo all’intervento.
Pochi mesi di lavoro e pochi mesi di disoccupazione?
Statistiche alla mano, le stagioni estive sembra si siano accorciate. Non parliamo delle stagioni climatiche, ma di quelle lavorative, perché la media di occupazione nel settore turistico ed alberghiero già lo scorso anno è scesa di diversi giorni rispetto al passato. Un lavoratore stagionale, in media, lavora 4 mesi all’anno o poco più. I fortunati che riescono a collegare il periodo di lavoro estivo a quello invernale, nello stesso settore, riescono a lavorare per 6 mesi.
I mesi in cui sono senza occupazione, di norma vengono coperti dai sussidi di disoccupazione Inps, ma con l’avvento della Naspi, questi periodi si sono notevolmente ridotti.
Infatti la durata del sussidio è pari alla metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente il 2016, a meno che i periodi precedenti non siano stati già coperti da Aspi, Mini Aspi ed altri sussidi.
In questo caso, questi periodi sono depennati dal calcolo della durata della Naspi. Pertanto, grosso modo, ai lavoratori spetterà un periodo di disoccupazione pari alla metà delle settimane lavorate durante il 2016. Lo scorso anno il Governo salvaguardò la categoria, bonificando i vecchi sussidi e rendendo utili al calcolo anche i vecchi periodi già utilizzati per vecchie indennità.
Il problema è che la salvaguardia interessò solo eventi di disoccupazione intervenuti entro il 31 dicembre 2015, senza estendere questo correttivo al 2016.
Le proposte depositate sono ancora allo studio?
La scorsa settimana, in Commissione Lavoro si è parlato proprio della Naspi per gli stagionali grazie a delle proposte di rettifica depositate da gruppi interni al PD, dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle. Tutte queste proposte, anche se provenienti da diversi schieramenti politici e con piccole differenze, viaggiano nella stessa direzione. Salvaguardare questa categoria di lavoratori concedendo un sussidio di durata almeno pari al periodo di lavoro svolto nell’anno. In pratica, a 6 mesi di lavoro potrebbero coincidere 6 mesi di sussidio.
Il Governo per il momento glissa, sempre per via delle scarse coperture economiche e giustificando l’evidente anomalia con la storia dei contributi versati.
In parole povere, secondo i legiferanti, non è giusto concedere sussidi che siano maggiori dei contributi versati allo scopo. In definitiva, “lavori poco, versi poco e di conseguenza ricevi poco”. Inoltre, anche la questione delle novità sugli ammortizzatori sociali incidono e non poco. La nascita dell’ANPAL, l’Agenzia per le Politiche Attive sul Lavoro con le sue norme sul ricollocamento, sul patto di servizio e così via, non contribuiscono a rendere risolvibile la situazione. La categoria stagionali, se non lavora nel settore turistico, durante l’apertura dello stesso è difficilmente ricollocabile ed a poco servono le politiche attive se le strutture sono chiuse.
L'ultimo incontro tra le parti sociali di ieri 30 giugno, al contrario di quello che si credeva, non ha riservato nessun accenno alla questione stagionali, nonostante il tema occupazionale fosse al centro della discussione. I tempi stringono, per la fine dell'estate, se tutto rimarrà così, l'inverno sarà più rigido per i lavoratori.