Nonostante l'esecutivo abbia già messo le mani sul cosiddetto bonus contributivo, i sindacati e i lavoratori precoci non demordono e continuano a chiedere l'approvazione del meccanismo della Quota 41; un intervento più conveniente che potrebbe finalmente dare una soluzione al loro problema.
Continua il confronto tra Governo e sindacati
Il confronto tra Governo e sindacati continua e nelle prossime settimane si potrebbero già conoscere le reali intenzioni dell'esecutivo verso i temi più caldi del momento. L'obiettivo, infatti, consisterebbe nell'inserire le eventuali misure nella prossima manovra sulla quale si inizierà a discutere verso la metà di settembre.
Gli interventi da attuare riguarderebbero anche la famigerata flessibilità in uscita, la ricongiunzione gratuita dei versamenti contributivi per facilitare l'accesso alla pensione a coloro che hanno carriere discontinue e il riconoscimento dell'attività usurante ad una platea più ampia di lavoratori. Punto cardine del confronto, invece, è il cosiddetto anticipo pensionistico (APE) proposto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi sul quale i sindacati non sembrano essere d'accordo.
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Resta ancora l'inerzia da parte del Premier nell'affrontare il tema delicato riguardante i lavoratori precoci che tuttora continuano la loro battaglia per l'approvazione della Quota 41; un intervento che darebbe loro la possibilità di lasciare anticipatamente il al lavoro dopo il versamento di almeno 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica.
A difendere i loro diritti ci sono anche le parti sociali Cgil, Cisl e Uil che restano contrari all'Ape e continuano ad incalzare il Governo su un intervento che possa dare un sospiro di sollievo ai lavoratori con lunghe carriere contributive alle spalle.
I precoci contrari all'Ape di Renzi
Circa 600 milioni di euro sono stati stanziati per finanziare l'anticipo pensionistico promosso da Matteo Renzi; cosa che non piace affatto alla delegazione dei precoci visto che, ritengono errata la manovra del prestito da erogare a favore di un lavoratore con più di 40 anni di versamenti contributivi alle spalle.