I sindacati avevano denunciato sin dai primi momenti di discussione sulla legge 107 del 2015, in riferimento alla 'chiamata diretta', la possibilità che i Dirigenti Scolastici potessero usarla in maniera 'arbitraria'. Il governo Renzi ha sempre difeso la sua 'idea' di Scuola, a tal punto da far saltare l'accordo con i sindacati stessi che chiedevano misure più 'oggettive' di selezione. Dopo il caso che sta per approdare in Parlamento di alcuni presidi che avrebbero chiesto un video di presentazione a figura intera da parte dei candidati e dopo le critiche di chi, soltanto per partecipare a un colloquio, deve prenotare un volo e un pernottamento, ecco che arrivano altre denunce: questa volta sarebbero in discussione i diritti dei lavoratori e la parità di genere e a denunciare la situazione è il gruppo 'Possibile', guidato da Pippo Civati.
Gravidanza, aspettativa e assegnazione: caos sulla 'chiamata diretta'
Il gruppo di fuoriusciti del PD dal nome 'Possibile' ha rilanciato una lettera aperta partita dalle segreterie di Uil e Cisl riguardo a una situazione particolarmente incresciosa che si starebbe verificando nella regione Marche. Durante i colloqui con i Dirigenti Scolastici per la procedura della cosiddetta 'chiamata diretta', alcune docenti hanno denunciato la seguente situazione: le domande non vertevano sulle competenze, ma sui figli piccoli, la volontà di avere una gravidanza e, nel caso, di prendere un'aspettativa e infine se si ha intenzione di fare richiesta di assegnazione vicino casa. Secondo Pippo Civati si tratta di domande discriminatorie che riportano l'Italia indietro, quando le lavoratrici non erano tutelate: la denuncia riguarda anche il progetto intero della 'Buona scuola', quello di trasformare la scuola in un'azienda e non nel luogo di formazione che dovrebbe essere.
La richiesta è che il Ministro Giannini intervenga con tutti gli strumenti possibili quando avvengono atti discriminatori. Da parte del Miur, comunque, non vi è stata alcuna risposta. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.