Uscire o meno con la pensione anticipata proposta da Renzi a partire dai 63 anni, ma dovendo pagare le rate del prestito? E' questa la domanda che si faranno molti dei lavoratori più vicini alla pensione dal 2017, essendo nati entro l'anno 1954 e con la possibilità di anticipare fino ad oltre tre anni e mezzo senza attendere la pensione di vecchiaia. Dall'altra parte della bilancia c'è il taglio della pensione che può raggiungere anche il 37 per cento come calcolato dalla Progetica. E, d'altronde, l'anticipo pensionistico è una misura pensata soprattutto per le categorie più deboli e con assegni previsti di modesta entità, non di certo per le pensioni al di sopra dei 1.200 euro mensili.

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Proprio per questo, Alberto Brambilla, già sottosegretario al Lavoro nei primi anni 2000, ha giudicato assolutamente sconveniente andare in pensione anticipata con il prestito. Salvo i casi di persone rimaste disoccupate e senza prospettive di lavoro e di contribuenti che abbiano evidenti necessità di uscita, accollarsi una rata da restituire per 20 anni fino agli 86, ben sopra la speranza media di vita di uomini e donne, non porterebbe ad alcun vantaggio economico. Con l'anticipo pensionistico la decurtazione dell'assegno è ben più alta sia della proposta portata avanti per mesi da Cesare Damiano del 2 per cento di penalizzazione per ogni anno di anticipo, sia delle previsioni di Tommaso Nannicini che parlava di un taglio di 150 o 200 euro mensili su un assegno di mille euro (taglio dal 15 al 20%).

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Ma chi è nella classe 1954, con 63 anni di età nel 2017, pagherebbe molto più cara la scelta della pensione anticipata. Ciò che ha calcolato la Progetica, infatti, parla di perdite di almeno un terzo per gli assegni di 1.600, 2.500 e 3.500 euro mensili lordi dovute aquattro ragioni.

Innanzitutto, anticipando l'uscita, si versano meno contributi e il coefficiente di trasformazione (per relazionare contributi e reddito attuale) è quello inferiore. Ma poi occorre considerare anche il tasso di interesse sul prestito pensionistico e l'applicazione dell'assicurazione, salata per pensionati che dovranno restituire il prestito in età molto avanzata.

E, poi, c'è chi paga di più di tutti: il contribuente del 1954 con pensione di vecchiaia prevista di 1.300 euro netti mensili, andando in pensione anticipata a 63 anni vedrebbe ridursi il mensile a 1.134 euro in prima battuta, fino al compimento cioè dei66 anni e 7 mesi. Poi,nei vent'anni successivi, col versamento della rata a pagamento del prestito, la pensione si ridurrebbe ulteriormente a 811 euro. Quasi cinquecento euro in meno rispetto alla pensione normale.