L'ultima novità in fatto di previdenza dà la possibilità a chi intende uscire in anticipo dal mondo del Lavoro richiedendo la pensione, di farlo pur non avendo tutti gli anni necessari, con il meccanismo dell’Ape, acronimo per anticipo pensionistico, che prevede però una penalizzazione sull'assegno pensionistico.
Quanto si perde con l'Ape
La proposta, peraltro ben nota perché è tema di studi e discussione da un bel po', dovrà essere inserita nella prossima legge di Bilancio, e riguarderà coloro che sono nati tra il 1951 e il 1953, che potranno accedere al trattamento pensionistico con tre anni d’anticipo rispetto all’età indicata, prevista dalla Riforma Fornero.
Richiedendo l'Ape per ogni anno di anticipo è prevista una decurtazione del 5% sulla pensione lorda. In pratica, i futuri pensionati che usciranno con un anno di anticipo, subiranno una decurtazione da 50 a 60 euro al mese per 20 anni, che sale ai 150 e ai 200 euro per chi invece anticipa di tre anni.
Totale somma perduta con il prestito
Considerando l'intero arco di 20 anni, per i pensionati l'anticipo avrà un costo totale di 13 mila e 200 euro (660 euro per 20 anni), per chi anticiperà l'uscita di un anno e 42 mila euro, per chi anticiperà di tre anni. Il prestito, perché in fondo di questo si tratta, sarà “erogato da una banca che poi lo girerà all’INPS”, il coinvolgimento delle banche è stato motivato dal fatto che “altre strade costavano tra 7 e 10 miliardi”.
Riguardo al prestito, Nannicini ha spiegato che “non si rischia l’auto (...) l’immobile..." né altro e "gli eredi non rischiano di vedere qualcosa che ricade sulla pensione di reversibilità” perché ci sarà una copertura assicurativa. E gli interessi e l’assicurazione che verrà realizzata per coprire le garanzie del prestito saranno coperte dall'Ape, con la decurtazione, inoltre, le categorie agevolate avranno un bonus fiscale per la copertura degli gli interessi e dell’assicurazione.
Si tratta di un contentino che non soddisfa nessuno, poi la questione del dover chiedere un prestito alle banche, per andare in pensione, non piace per niente ai futuri pensionati, anche alla luce degli ultimi scandali. Chi garantisce a loro che in futuro non verranno cambiate le carte in tavola?