Nonostante il difficile momento di sconforto che stanno vivendo in queste ore parecchi docentia causa dei loro trasferimenti coatti, uno spiraglio di ottimismo e di giustizia si intravvede all'orizzonte. Da quanto si apprende infatti, dalle pagine del quotidiano online www.firenzepost.it, il Sindacato professionale dei docenti Anief avvierà presto un ricorso al GdL, al fine di dirimere la spinosa questione circa le modalità e i criteri adottati dal famigerato algoritmo ministeriale, reo ecolpevoledei cosiddetti 'trasferimenti impazziti'inflitti a molti insegnanti meridionali.
Il palliativo ministeriale: la proposta di conciliazione degli USR
Vogliamo parlare di questo argomento perché, a quanto pare, molti insegnanti, prima di partire verso le nuove destinazioni loro assegnate hanno, nei giorni scorsi, inviato ai medesimi AT un’istanza di conciliazione, ovvero l’ultimo tentativo che il docente aveva per demandare al Miur la scelta di una nuova sede più vicina alla provincia di residenza in luogo di quella erroneamente assegnata.
Bisogna precisare, tra le altre cose, che parecchi insegnanti non hanno ricevuto nessuna risposta in merito alla questione (fatto, questo, estremamente grave); viceversa, qualcun altro, con sorpresa, ha ricevuto la proposta da parte dell’AT interessato il pomeriggio prima della presa di servizio presso la nuova destinazione cioè giorno 31 agosto 2016, durante il proprio viaggio o quando già era presente nella nuova località.
Nella proposta veniva indicato il nuovo distretto e la nuova regione, inoltre veniva chiesto al destinatario una risposta celere e perentoria, prendendo in esame anche la possibilità di rinuncia a tale proposta di nuova dislocazione. Opportunità, questa, scelta da quasi tutti gli interessati.
La maggior parte (se non tutte) delle nuove destinazioni proposte ed elaborate nuovamente dall’algoritmo ministeriale riguardavano nuove destinazioni appena poco distanti (qualcuna anche 10 Km) dalle sedi di titolarità precedenti.
Insomma, un tentativo maldestro di correre ai ripari sapendo già, a priori, di non risolvere nessun problema e di non soddisfare, nel 100% dei casi, le richieste dei poveri docenti.Se poi si leggeva attentamente l’ultima parte della lettera in questione, risultava chiaro che fosse scontato rinunciarvi, in quanto l’accettazione di tale proposta avrebbe comportatola preclusione a qualsiasi ulteriore ricorso o azione risarcitoria in relazione ad una ipotetica e paventata controversia.
Chi può aderire al ricorso?
Il sindacato Anief ha ufficialmente aperto le adesioni al ricorso in oggetto, finalizzato alla richiesta ai giudici del Lavoro di intervenire sulla spinosa e poco trasparente questione dell’algoritmo impazzito, il quale ha causato seri danni a molti insegnanti ingiustamente trasferiti fuori dalla loro provincia di residenza (si parla di più di 7.500 unità). Il ricorso è aperto agli insegnanti che vantano la mancata assegnazione in un ambito o in una sede precedentemente richiesta e assegnata ad altri docenti con meno punti e senza precedenze. Inoltre, il ricorso potrà essere avanzato da chi non ricevuto nessuna proposta da parte del Miur e da chi, viceversa, pur ricevendola, non l’ha accettata.
Il ricorso Anief contro il ‘cancro’ della Scuola: l’algoritmo ministeriale
I presupposti di quanto preannunciato nelle proposte di conciliazione giunte nei giorni scorsi attraverso gli account dei docenti ingiustamente trasferiti presto si concretizzeranno e il sindacato Anief provvederà aporre in essere le condizioni per attivare un ricorso presso il Giudice del Lavoro. A tal proposito Marcello Pacifico, Presidente dell’Anief, dichiara: “Chiederemo ai giudici di porre rimedio alla valanga di errori sulla mobilità docenti. Non si può condannare a vivere a migliaia di chilometri dai propri affetti chi aveva diritto a rimanervi vicino. Mentre c’è chi resta a casa tramite chiamata diretta”.