Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso torna a commentare gli aspetti negativi che potrebbero derivare dall'approvazione dell'anticipo pensionistico previsto dal Governo Renzi. Una misura che andrebbe a penalizzare migliaia di lavoratori che sarebbero costretti a pagare una sorta di mutuo fino ai venti anni.
Camusso resta contraria all'ipotesi di Renzi
Il leader della Cgil, infatti, torna a premere l'esecutivo su una flessibilità in uscita che non potrà essere effettuata con l'Ape. "I lavoratori che pagano un contributo non devono indebitarsi alla fine della vita per avere i loro contributi sotto forma previdenziale.
Penso che l'anticipo pensionistico sia un'idea ingiusta dal punto di vista delle condizioni delle persone, non sono d'accordo", ha affermato Susanna Camusso a margine del confronto tra il Governo e sindacati che entro la fine del mese dovrebbe portare ad una soluzione defintiva ai problemi generati dalla precedente Riforma Fornero.
L'Ape di Renzi, infatti, recherebbe un vantaggio a banche e istituti di assicurazioni in quanto sono gli enti erogatori dell'anticipo pensionistico ma nello stesso tempo andrebbe a penalizzare i lavoratori che decidono di lasciare il lavoro anticipando l'età pensionabile di un massimo di tre anni, i quali sarebbero costretti a pagare una sorta di mutuo ventennale per restituire il prestito.
L'ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini, invece, sembra essere d'accordo con l'idea promossa da Renzi: "Visto che ero stato io quand'ero ministro del Lavoro a lanciare l'idea del prestito pensionistico tre anni fa, non posso che essere lieto che questo strumento si avvii a diventare operativo", ha affermato.
I sindacati continuano a chiedere con insistenza Quota 41
I sindacati Cgil, Cisl e Uil, tuttavia, continuano la loro battaglia affinché l'esecutivo riprenda in mano i temi più delicato, ovvero, quello riguardante il meccanismo di Quota 41 a favore dei lavoratori precoci che ormai da anni sono penalizzati dalle norme Fornero.
Come anticipato più volte, la misura non verrà introdotta nella Legge di Stabilità 2017 ma potrebbe essere discussa a partire dalla prossima primavera. Un'altra batosta che si abbatte sui lavoratori precoci che, nonostante abbiano iniziato a lavorare in giovane età, sono costretti tuttora a restare a lavoro.