Nel corso della sua visita alla Reggia di Caserta tenutasi lo scorso 25 novembre la ministra Giannini ha annunciato un’importante novità che riguarderà le scuole primarie: dal 2017 tutte le scuole di tale ordine inizieranno a fare “coding”, cioè insegnare agli alunni a programmare secondo il piano della Scuola digitale. Si tratta di una novità assoluta perché, se da una parte è vero che la programmazione informatica ha fatto già parte delle attività didattiche, risultava già arretrata e comunque insegnata nelle scuole secondarie. Dal prossimo anno invece tutti gli studenti delle scuole primarie potranno svolgere attività connesse alla programmazione informatica per un totale di 60 ore annuali.
PNSD, altri 100 milioni di euro in arrivo
La ministra, intervenuta per tirare le somme del primo anno del PNSD (Piano Nazionale per la Scuola Digitale) ha infatti ha annunciato un ulteriore ammontare di risorse pari a “100 milioni di euro per il rafforzamento delle competenze digitali degli studenti” destinate proprio a sviluppare il “pensiero computazionale” che renderà il singolo studente capace di programmare. Un passo necessario sia perché l’era della tecnologia ce lo richiede, sia perché è questo lo strumento scelto dal Ministero per avere, tra dieci anni, una generazione di giovani dotati di non solo di competenze, ma anche di un “nuovo pensiero critico”, ha spiegato la Ministra. Non solo cittadini italiani, europei e del mondo dunque: con questa nuova iniziativa il MIUR punta a realizzare nella nuova gioventù di cittadini del web dotati di tutti gli strumenti per interfacciarsi con un mondo sempre più connesso.
Docenti, ruolo centrale nell’innovazione
Ovviamente in questa innovazione determinante sarà il lavoro dei docenti che avranno un “ruolo centrale nell’innovazione scolastica” seguendo le orme degli animatori digitali che la ministra non ha mancato di ringraziare per l’attuazione del piano. Il PNSD ha infatti finora visto l’impiego di 500 milioni (su un miliardo) e con i 100 milioni recentemente messi a disposizione si proseguirà a lavorare “su competenze, formazione degli insegnanti, infrastrutture e una scuola flessibile che metta i ragazzi nelle condizioni di fare e pensare ciò che oggi non si può neanche immaginare”.