Il tempo delle parole è finito, perché ormai i provvedimenti del pacchetto pensioni inserite nella Legge di Bilancio devono essere messi nero su bianco ed approvati. Gli interventi sulla previdenza sono già pronti ed aspettano la discussione e conseguente votazione in Parlamento. I dubbi su ogni singolo punto però sono moltissimi, dall’APE fino alle ricongiunzioni gratuite. Anche interventi che sembravano chiari e limpidi come l’ottava salvaguardia esodati ed opzione donna restano ancora appesi, senza che il Governo riesca ancora a dare risposte certe a chi aspetta con ansia queste due misure.

Per le donne futuro ancora incerto

Una misura sperimentale già attiva è quella di Opzione donna, l’uscita anticipata concessa alle lavoratrici che entro lo scorso 31 dicembre avevano raggiunto 57 anni e 3 mesi con 35 di contributi. Molte lavoratrici attendono i risultati della sperimentazione dello scorso anno, perché nella scorsa Legge di Stabilità si erano stanziati dei fondi destinati proprio alla misura. La promessa parallela allo stanziamento, era di utilizzare qualsiasi parte dei fondi rimasti inutilizzati per estendere ad altre lavoratrici, la stessa possibilità. Le forti penalizzazioni a cui vanno incontro le donne che scelgono opzione donna per lasciare il lavoro, fa apparire scontato che molti soldi siano rimasti inutilizzati, ma l’esito del contatore che doveva essere reso pubblico tra settembre ed ottobre non è stato ancora diramato.

Le indiscrezioni dei giorni precedenti la nuova Legge di Bilancio, paventavano il rischio che le somme rimaste sarebbero state destinate ad altre urgenze sopraggiunte per il nostro Governo. A fugare i dubbi, Poletti e Nannicini che hanno ribadito a domande ed interrogazioni pervenute dalla referente del Comitato Opzione Donna, Orietta Armiliato e da parlamentari come Rizzetto, come i risparmi saranno dirottati come inizialmente previsto, cioè per estendere la misura ad altre donne.

Permangono i dubbi sulla portata di questa estensione ed in attesa che il Ministro dell’Economia Padoan renda pubblici i dati, ipotizzare una estensione fino al 2018, come auspicato dal Comitato appare difficile. Più facile immaginare che vengano fatte rientrare le nate nell’ultimo trimestre 1957/58 che per via dei 3 mesi relativi all’aspettativa di vita erano rimaste fuori dalla sperimentazione.

Cumulo gratuito per pochi

Una misura molto importante che è stata inserita in Legge di Bilancio è la cancellazione delle ricongiunzioni onerose, o meglio la nascita del cumulo gratuito. Si tratta della facoltà concessa di raggruppare nella Cassa Previdenziale a cui si richiederà la pensione, tutti i contributi sparpagliati in altre casse, senza pagare niente. Il problema è che leggendo il provvedimento, la facoltà è concessa solo a determinati soggetti, lasciando per altri, le ricongiunzioni onerose. In primo luogo le casse previdenziali che rientrano nel cumulo gratuito sono solo quelle interne all’INPS, cioè forme pubbliche e obbligatorie di previdenza. Professionisti, molte delle Partita IVA e tutti coloro che hanno versamenti in altre casse, dovranno ripiegare sulla ricongiunzione onerosa o sulla totalizzazione gratuita, ma penalizzante sull’importo della pensione.

Poi, se il testo resterà quello che è presente nella bozza di pacchetto previdenziale e senza interventi tramite emendamenti adesso che inizierà la discussione alla Camera, la facoltà sarà valida solo per chi desidera raggruppare i contributi per rientrare nei 20 anni necessari per la vecchiaia o nei 42 e 10 mesi (41 e 10 per le donne) per la pensione di anzianità. Cumulo gratuito negato quindi per chi è alla ricerca dei versamenti necessari per opzione donna, esodati ed anche i precoci e quella Quota 41 offerta solo a soggetti disagiati che hanno un anno dei 41 richiesti, versati prima del compimento del 19° anno di età.