Governo ancora al lavoro sulle misure da inserire nella Legge di Stabilità che entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2017. Nei prossimi giorni, infatti, la discussione dovrebbe chiudersi e il testo della nuova manovra dovrebbe passare per l'esame all'Aula. Sono numerose le misure che saranno introdotte sul fronte previdenziale anche se, molto probabilmente potrebbere esserci delle piccole modifiche.

Ape Social, Proietti chiede modifiche

L'Ape Social, è un provvedimento che entrerà in vigore con la nuova Legge di Bilancio e garantirà l'anticipo pensionistico alle categorie più svantaggiate quali i disoccupati che hanno esaurito la durata degli ammortizzatori sociali e i cargivers che assistono familiari con disabilità grave.

Una misura che, stando al parere dei sindacati potrebbe rivelarsi utile per collocare a riposo migliaia di lavoratori ma nello stesso tempo occorrerebbero alcune modifiche sui requisiti di accesso all'Ape.

Lo avrebbe dichiarato il segretario confederale della Uil Domenico Proietti a margine di alcuni confronti tenutisi in questi giorni. Stando al parere del sindacalista, infatti, occorrerebbe ridurre gli anni contributivi per facilitare ancora di più l'accesso alla pensione. Tra le richieste ci sarebbe anche la volontà di considerare nei sei anni per i lavori particolarmente usuranti e gravosi anche i periodi di disoccupazione.

Il Governo presenta gli emendamenti su esodati

Intanto, il Governo Renzi sembrerebbe disposto ad ulteriori modifiche sull'opzione contributivo donna e sull'ottava misura di salvaguardia per gli esodati.

Difatti, potrebbe presentare nuovi emendamenti al fine di estendere il regime contributivo donna e correggere la misura riguardante l'ottava tutela anche se non si conoscono ancora bene i dettagli.

Resta tutto fermo, invece, per i lavoratori precoci per i quali è stata richiesta l'estensione della platea dei beneficiari. Al momento, la misura riguarderebbe circa 25 mila lavoratori con lunghe carriere contributive alle spalle mentre altrettanti rimarrebbero ancora una volta esclusi. A nulla, quindi, è servita la mozione presentata al Senato la scorsa settimana dal Movimento 5 Stelle.