"Può sembrare un paradosso, ma noi abbiamo deciso come legislatori di sostenere il contenzioso di quei cittadini che vorranno ricorrere contro questa circolare": lo ha affermato Il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano nella conferenza stampa tenutasi ieri pomeriggio a Montecitorio, in merito all'interpretazione dell'Inps sui pensionamenti per i nati del '52.
"Faccio anche presente che purtroppo come legislatori dobbiamo fare dure battaglie per far affermare le leggi" ha proseguito il Parlamentare, ricordando "la famosa questione del cumulo, risolta con la LdB di quest'anno. L'abbiamo sollevata nel 2010: ci sono voluti sei anni nonostante il fatto che fosse evidente a tutti, destra sinistra, centro, Inps, Governo in carica prima e dopo. Si trattava di una correzione necessaria per superare un'ingiustizia. Alla fine ci siamo arrivati". Per quanto concerne invece la circolare Inps 35 del 2012: "è una battaglia che dura da quattro anni, sembrava che fossimo arrivati ad una conclusione, ma la stesura della circolare non ha mantenuto l'impegno.
Quindi noi sosterremo il contenzioso, una decisione politica meditata e non leggera, ma necessaria".
Pensioni, legge inequivocabile consegna diritto al pensionamento
Sulla vicenda delle circolari, l'esponente democratico ha ribadito di ritenere "che ci siano degli elementi di perversione, perché interpretare una legge inequivocabile che consegna un diritto ad andare in pensione ai soli lavoratori dipendenti due anni prima rispetto all'attuale limite di 66 anni e 7 mesi (dicendo che si potrà solo se il 28 di dicembre del 2011 si era al lavoro), è un'interpretazione stupida". Per il Parlamentare si tratta quindi di "interpretazioni burocratiche inaccettabili, che evidenziano la distanza tra chi emana le circolari e le persone normali".
Informare i cittadini sulla possibilità di andare in pensione
Per quanto concerne l'opzione di uscita prevista per i nati del 1952, l'On Damiano chiede di avvisare "i cittadini italiani che c'è questo diritto, perché pochi lo sanno. I nati nel 52 potranno andare in pensione con un anticipo. È un anticipo relativo, ma si possono risolvere tante situazioni. Tra l'altro c'è anche convenienza del Governo a far sapere questo diritto in quanto già coperto per 55mila, per i quali 17mila procapite: è un bel pacchetto di risorse. Se queste persone vanno in pensione con un giusto diritto già sancito" evidenzia il Presidente della Commissione lavoro, "sono persone in meno che useranno l'APE sociale, i lavori usuranti e quant'altro.
E' perfino un risparmio". Infine, un'ultima nota riguarda la prestazione effettiva di lavoro. "Mettere delle penalizzazioni o allungare il momento della pensione perché non c'è una prestazione effettiva vuol dire essere fuori dalla realtà. Poi non ci stupiamo se la lontananza tra politica e cittadini aumenta".
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