Si tratta ormai di un dato assodato: la perdita del potere d’acquisto scaturita dal blocco degli stipendi del governo Berlusconi ha determinato un netto impoverimento di tutti i dipendenti pubblici. In particolare, ancora più vistoso risulta il segno meno accanto alla voce che riguarda i dipendenti scolastici: -10,4% sullo stipendio complessivo che tradotto in uno stipendio annuale segna una perdita di circa 1300 euro. La perdita complessiva è il risultato congiunto di una diminuzione del 8,3% delle voci stipendiali cui viene aggiunta una perdita più grave del 23,9% sulle indennità fisse e accessorie.

Blocco stipendi, si perde in media una mensilità all’anno

Più di uno stipendio in meno nell’arco di un anno, una perdita più che considerevole e che poteva essere addirittura peggiore se non fosse stato per l’inflazione che è andata via via ad assottigliarsi fino all’azzeramento. A indignare maggiormente non sono poi soltanto le cifre che hanno determinato un così brusco calo solo dal 2011, quanto l’assurdo primato delle retribuzioni scolastiche come quelle che hanno perso di più rispetto a tutti gli altri comparti. La media del potere d’acquisto perso nel settore pubblico per effetto del blocco stipendi si attesta infatti sul 6,2% con le agenzie fiscali e le università a risultare più colpite dopo la scuola (rispettivamente -8% e-7,4%), mentre non manca chi dal blocco stipendi è uscito quasi indenne, come le Regioni a Statuto Speciale e l’alta formazione artistica e musicale (entrambi -0,9%).

85 euro sono pochi

Fatto sta che, a fronte di tali perdite, recentemente la Ministra Fedeli è tornata sull’annoso argomento del rinnovo del contratto statali: ai microfoni di Rai Radio 1 in diretta sul programma La radio ne Parla, Valeria Fedeli ha infatti confermato che l’atteso rinnovo arriverà tra marzo e aprile 2017. In occasione dell’intesa del 30 novembre scorso fu stabilito un aumento di 85 euro mensili per gli statali, aumento di gran lunga insufficiente rispetto al potere d’acquisto eroso ma che –ha dichiarato la Fedeli - va “tradotta comparto per comparto, professionalità per professionalità”.

Pare chiara dunque la consapevolezza che a fronte di un decremento complessivo che si aggira in media sui 130 euro lordi mensili, un aumento di 85 euro sia comunque ancora ben lontano rispetto a quanto effettivamente dovuto. La ministra ha comunque sottolineato che farà di tutto per garantire un incremento soddisfacente.