Ci sono date che a molti cittadini interessano più di altre. Una di queste era il 13 marzo, data del tanto atteso incontro tra Governo e sindacati sul tema previdenziale. Doveva essere l’incontro decisivo per i decreti attuativi su APE, Quota 41 e tutti gli altri provvedimenti previdenziali inseriti in Legge di Bilancio. L’incontro è stato posticipato al 20 marzo, tra la delusione di molti, come i precoci pronti a presidiare davanti la sede del Ministero del Lavoro presso cui era previsto l’incontro. Ennesimo colpo di scena quindi per una storia, quella delle novità previdenziali, che si trascina dallo scorso anno.

I decreti attuativi

Sembrava che l’incontro di oggi dovesse essere l’ultimo per quanto riguarda APE e quota 41, perché il Governo avrebbe dovuto presentare alle parti sociali i decreti attuativi delle due misure. Sarebbero stati chiariti tutti i punti oscuri delle novità, a partire dalle procedure operative. Molti punti da chiarire a partire dai precoci e dalla loro richiesta di cancellare il paletto dei 6 anni di continuità lavorativa in attività gravose. C’era inoltre la questione, sempre relativa alle attività gravose, di rendere più importante per la valutazione del logorio lavorativo, le effettive mansioni svolte dal lavoratore, piuttosto che il settore aziendale. Per l’APE volontaria, quella del prestito bancario con interessi e spese, il Governo era chiamato a rispondere agli appunti dei sindacati circa il tasso variabile di interessi caricato dalle banche e l’ingente mole per le spese assicurative.

Tutte cose che fanno salire l’importo del prestito, ben oltre le 12 mensilità annue, di pensione anticipata garantita dall’APE.

Aggiornamento al 20 marzo

I decreti attuativi dovevano essere pubblicati entro il 2 marzo, a 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio con il suo pacchetto previdenziale. Siamo già in considerevole ritardo, soprattutto rispetto alla data del 1° maggio, in cui dovrebbero partire APE e quota 41.

Prima del rinvio, il Governo aveva rassicurato gli scettici circa la data di partenza delle novità, ma l’ennesimo rinvio, probabilmente metterà in serio pericolo il via delle misure nei tempi previsti. Probabilmente, il Governo avrà avuto ancora bisogno di tempo per stringere convenzioni con le banche (ABI) e con gli assicuratori (ANIA), oppure si stanno valutando le richieste dei lavoratori per modificare le misure in sede di decreti di attuazione.

Ipotizzare che torni in auge la quota 41 per tutti, come rivendicato dai lavoratori precoci e dai gruppi social, anche tramite petizione, sembra sempre esercizio azzardato. Più ci si avvicina alla data di avvio delle novità e più si rinviano gli appuntamenti in calendario, meno facile appare intervenire in correzione.