Inutile girarci ancora attorno perché l'argomento più discusso degli ultimi mesi in Italia è sicuramente quello legato alla riforma Pensioni 2017, tematica che suscita più che mai accese discussioni. Se nei giorni scorsi abbiamo continuato a parlare dell'ormai famosa Quota 41 per i precoci, oggi focalizziamo l'attenzione sulle news contenute all'interno della manovra che si appresta a passare la prima lettura alla Camera e che interessa i cittadini italiani.

Riforma pensioni, le novità importanti della manovra

All'interno della manovra ci sono news importanti innanzitutto per quanto riguarda i benefici pensionistici per le vittime del terrorismo, i quali verranno incrementati. L'emendamento proposto dal PD, infatti, andrebbe ad introdurre due benefici aggiuntivi per quanto riguarda proprio tali categorie. La novità più importante è che si estende la possibilità di iscriversi negli elenchi di collocamento obbligatorio a moglie e figli dell'invalido, anche quando il matrimonio o quando i figli siano nati in un momento successivo all'evento terroristico.

Questo tipo di beneficio, se così vogliamo chiamarlo, al momento è riservato soltanto a coniuge, figli ed eventualmente a fratelli o sorelle convivente e a carico del soggetto vittima dell'accaduto. In alternativa anche gli orfani possono godere di questo diritto, i coniugi superstiti di chi è morto per lavoro, oppure le famiglie delle vittime civili degli attentati di Istanbul e Nassiriya.

Riforma pensioni, ulteriori novità

Un'altra modifica che è stata approvata nella manovra, come già detto, è quella relativa alla rivalutazione delle pensioni per le vittime del terrorismo. Dall'1 gennaio del 2018, infatti, verrà assicurata la rivalutazione automatica dell'assegno che gli interessati andranno a percepire in base alle variazioni indicate dall'Istat dei prezzi al consumo.

In ogni caso si applicherà un incremento ogni anno dell'1,25% al massimo.

Un'altra importante novità riguarda la franchigia di 12 mesi per i lavori gravosi: è uscito intatto il correttivo riguardante l'arco temporale per ricercare i sei anni di lavoro pesante. Tale periodo, dunque, potrà essere cercato su un periodo di sette anni che dovranno precedere la data di decorrenza dell'uscita anticipata tramite Ape social o tramite la Quota 41.

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