Il peso che il sistema pensionistico ha sull'economia del Paese e sul prodotto interno lordo italiano è di certo un dato di fatto che non si può negare. Se da un lato occorre tutelare i soggetti in uscita dal lavoro (ai quali spesso vengono riconociuti trattamenti pensionistici minimi con i quali diventa difficile vivere) dall'altro ci si deve interrogare su quale siano le misure migliori da attuare per far si che il tutto non incida negativamente sulle casse dello Stato. Provvedimenti e riforme attuate negli anni al riguardo hanno sempre fatto discutere e, tra tutte queste, l'argomento che ha acceso sicuramente più gli animi degli italiani è stato sicuramente l'innalzamento dell'età pensionabile introdotto con Legge Fornero. Polemiche queste che, proprio recentemente, hanno trovato sbocco in una proposta di legge presentata da Cesare Damiano (pd) e Maurizio Sacconi (Epi) - ex ministri del Lavoro - i quali, accogliendo le diverse sollecitazioni arrivate loro dal mondo sindacale, hanno chiesto all'attuale Ministro Poletti di bloccare l'innalzamento automatico dell'età pensionabile.

In pensione a 67 anni dal 2019? Sì o no?

Come molti probabilmente già sanno, il congelamento del decreto direttoriale dei ministeri dell'Economia e del Lavoro, entro l'autunno, dovrebbe far scattare - a partire dal 2019 - un aumento pari a 5 mesi dell'età pensionabile (portandola da 66 anni e 7 mesi a 67). In passato questo meccanismo è già stato applicato due volte:

  • nel 2011 (aumento di 3 mesi per il triennio 2013/2015);
  • nel 2016 (aumento pari a 4 mesi fino al 2018).

E se fino ad ora questo non ha lasciato di certo contenti i sindacati italiani, le cose di certo non sono destinate a migliorare dopo le dichiarazioni di Giuliano Poletti il quale, sollecitato a muoversi a favore di un blocco dell'innalzamento, ha dichiarato di non voler affrontare l'argomento adesso.

Secondo il Ministro infatti della questione si tornerà a parlare dopo l'estate, quando il Governo avrà in mano le informazioni riguardanti le aspettative di vita che permetteranno di delineare, una volta studiate ed esaminate, un quadro della situazione molto più chiaro. Secondo Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, senza il blocco, di fatto, in Italia si continuerebbe ad alimentare una sorta di "scala mobile pensionistica" insostenibile, in un paese che "ha già l'età di pensione più alta in Europa".

"Le ragioni per bloccare l’innalzamento" ha aggiunto Ghiselli in seguito "sono evidenti già ora ed è impensabile dover aspettare l'autunno per affrontare la questione".

Due prese di posizione, quelle riportate sopra, agli antipodi di cui propabilmente si tornerà a parlare nei prossimi giorni.