Mettere un freno all’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni nel 2019 e sconti per l’uscita anticipata per le donne. Sono queste le ultime novità che tengono banco sul fronte delle Pensioni proprio mentre è in corso il confronto tra governo e sindacati sulla cosiddetta ‘Fase due’ della riforma previdenziale. Vediamo nel dettaglio i termini delle proposte.

Stop all’innalzamento automatico dell’età: asse Damiano-Sacconi sulle pensioni

L’innalzamento automatico dell’età pensionabile è un meccanismo ‘inconcepibile oltre che irragionevole’. E’ questo l’appello bipartisan di Cesare Damiano (Pd) e Maurizio Sacconi (Epi), entrambi ex ministri del lavoro ed ora presidenti, nell’ordine, delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato.

Secondo il meccanismo dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, introdotto dalla legge Fornero, dal 1° gennaio 2019 si dovrebbe andare in pensione a 66 anni e 11 mesi, per poi passare a 67 anni e 3 mesi nel 2021, 68 anni e 1 mese nel 2031, fino ad arrivare a 69 anni e 9 mesi nel 2051, eventualità che non ha eguali negli altri paesi europei.

Sacconi e Damiano propongono di congelare l’aumento previsto per il 2019 e di rivedere l’automatismo, passando a scatti quinquennali anziché triennali. Una proposta condivisa dai sindacati ma la cui strada verso l’attuazione passa attraverso l’inevitabile verifica della copertura finanziaria. Lo stop all’innalzamento dell’età di pensione a 67 anni previsto per il 2019 costerebbe, infatti, 1,2 miliardi di euro, cifra difficilmente reperibile senza ricorrere ad aumenti di tasse al momento improbabili, viste le promesse di riduzione delle stesse nelle quali si sono lanciati tutti i partiti in vista della competizione elettorale.

Pensioni anticipate per le donne: l’ipotesi allo studio

Per quanto riguarda il capitolo pensioni anticipate per le donne, la novità giunge direttamente dal tavolo di contrattazione della ‘Fase due’ in corso di svolgimento e riferisce dello studio di un pacchetto di sconti che possa consentire alle lavoratrici, in presenza di determinati requisiti, di uscire anticipatemente dal lavoro sulla scia di quanto previsto per l’Ape Sociale.

Il riferimento, in particolare, è alle donne che hanno svolto periodi di cura, assistenza e maternità per le quali si potrebbero prevedere sconti contributivi o contributi figurativi per ridurre l’età pensionabile. Dal governo giungono segnali di disponibilità in questo senso, anche se i sindacati spingono per attenere agevolazioni a favore di tutte le donne.

Novità pensioni: mossa elettorale?

In conclusione, entrambe le novità proposte potrebbero essere prese in considerazione per un inserimento nella prossima legge di Stabilità in considerazione del fatto che, entrambe, sembrano godere di appoggi trasversali nelle fila del governo, dei sindacati e dei partiti.

Che sia una disponibilità convinta o dettata dall’avvicinarsi della scadenza elettorale, questo avremo modo di verificarlo tra qualche mese.