Le ultimissime novità al 5 settembre 2017 sulla riforma pensioni giungono da Cesare Damiano, che annuncia in una nota stampa l'arrivo della tanto attesa firma apposta da Gentiloni al decreto sull'Ape volontaria. Ora dice il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, si tratta di renderlo quanto prima operativo e di proseguire nella 'Fase 2 'il discorso su Adv, lavoro di cura delle donne e turnover generazionale, misura quella della flessibilità che vedrebbe coinvolti in primis i precoci che restano in attesa di poter uscire dal mercato del lavoro avendo alle spalle già ben 41 anni di contributi versati.

Il tema della previdenza, asserisce fermamente l'onorevole Damiano, deve essere affrontato nella prossima legge di bilancio 2018.

Riforma pensioni e anticipate: APE volontaria si rischia salasso?

Sebbene sia giunta la firma del premier sull'APE volontaria ancora molto resta da fare per rendere operativa la misura di uscita anticipata per quanti desiderino, in libertà, accedere prima alla pensione pagando 'pegno'. Il problema infatti, dice Damiano, è che non solo a differenza dell'APE sociale siamo di fronte ad una misura che è onerosa per i lavoratori, ma bisogna affrettarsi affinché il decreto divenga operativo prima che i tassi aumentino eccessivamente. Bisogna dunque, ammonisce in nota stampa Damiano, affrettare i tempi e trovare un accordo con banche ed assicurazioni, affinché il pegno da pagare non superi il 4% per ogni anno di anticipo.

Affinché ciò accada, dice l'onorevole, " Ci auguriamo che il Governo stipuli rapidamente le convenzioni per avere un costo cumulato, prestito bancario più assicurazione" accessibile, altrimenti il rischio è che il 'gioco non valga la candela' per i lavoratori. Il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera spiega che lo strumento resta a discrezione di quei lavoratori che intendono accedere alla pensione all'età di 63 anni, ritenendolo conveniente, seppur l'uscita anticipata implichi la riduzione permanente dell'importo pensionistico.

Dopo i risultati della passata legge di Bilancio, conclude in nota stampa, riferendosi al successo della quota 41 per alcune categorie di precoci e all'APE social, il tema della previdenza deve proseguire.

Pensioni anticipate, donne e precoci, Damiano: in Ldb 2018 ampliare platea beneficiari

Molti restano i nodi da affrontare, tra questi va posto necessariamente l'accento su: pensione contributiva di garanzia per i giovani, contributi figurativi per il lavoro di cura, rallentamento dell’aumento dell’età pensionabile.

L'Ape sociale donna resta, stando alle prime dichiarazioni anche dei sindacati post 1°incontro col Governo, una delle priorità da discutere insieme alla pensione per i giovani. Lo scopo è quello di permettere alle lavoratrici finalmente il riconoscimento del ruolo di care giver, che troppo spesso, ha portato le donne ad avere carriere discontinue e che le trova in difficoltà a raggiungere i contributi utili per poter accedere alla pensione. Le donne confidano i bonus non siano solo contributivi ma possano riguardare anche l'età anagrafica. Inoltre, chiude in nota l'onorevole, non è opportuno ed è controproducente mettere in continua contrapposizione giovani ed anziani, lavoro e previdenza devono andare di pari passo.

E la pensione anticipata, per chi è in età da pensione, può solo aiutare quel necessario turnover generazionale che permetterebbe, seguendo il motto ' la pensione angli anziani, il lavoro ai giovani', la possibilità di ingresso di un maggior numero di leve nel mercato del lavoro.

Riforma pensioni e giovani: occorre pensione di garanzia?

Su questo sono d'accordo anche i lavoratori precoci, che si confrontano quotidianamente sui social, che si chiedono che senso abbia altrimenti pensare ad una pensione di garanzia per i giovani un domani se non si permette loro di accedere oggi al mercato del lavoro. Stesso pensiero dell'onorevole leghista Simonetti che nei giorni scorsi ci ha rilasciato intervista in esclusiva promuovendo la flessibilità in uscita al fine di aprire oggi le porte ai giovani e permettere loro di crearsi da soli la pensione futura.

La soluzione dicono all'unanimità i precoci sarebbe mendare tutti quelli che hanno raggiunto i 41 anni di contributi, e che il loro, dicono, lo hanno abbondantemente fatto, in pensione, liberando migliaia di posti di lavoro che potrebbero prendere, appunto, i giovani ancora a casa. Riuscirà il Governo ad accontentare le richieste, più che condivisibili, dei lavoratori e delle donne, nella prossima legge di bilancio 2018?