Vi abbiamo già anticipato che il 2018 sarà l'anno dei concorsi pubblici. Dalle dichiarazioni del ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca anche la scuola sarà interessata da un nuovo importante piano di reclutamento aperto, per la prima volta, ai non abilitati.

I 24 CFU comuni per docenti non abilitati

Come probabilmente sarà noto a molti degli aspiranti docenti, con decreto n. 616 del 10 agosto 2017 il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha specificato in dettaglio i 24 CFU necessari (oltre alla laurea vecchio ordinamento, magistrale o specialistica) per accedere al concorso per docenti non abilitati nella scuola secondaria di primo e secondo grado.

Si tratta, in particolare di 24 CFU (crediti formativi universitari) in discipline antropologiche, psicologiche, pedagogiche nonché in metodologie e tecnologie didattiche. Più specificatamente l’art. 3 del D.M. prevede che debbano essere acquisiti almeno 6 CFU in almeno tre degli ambiti che seguono per un totale di 24 crediti complessivi (dei quali almeno 12 devono essere conseguiti in presenza)

  1. pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell'inclusione
  2. psicologia
  3. antropologia
  4. metodologie e tecnologie didattiche generali

I suddetti crediti potrebbero essere già stati conseguiti nel corso della propria carriera accademica, sarà bene pertanto verificare attentamente il proprio piano di studi. In caso contrario sarà possibile integrarli sostenendo uno o più corsi singoli presso le Università.

Quali materie integrare?

Uno dei dubbi più ricorrenti dei laureati che intendono intraprendere la carriera della docenza nelle scuole secondarie di primo e secondo grado riguarda, invece, le eventuali materie da integrare per poter accedere alle diverse classi di concorso nonché a quali classi di concorso permette l’accesso il proprio titolo di studio.

Il MIUR, all’indirizzo http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/PRTA-TitoliAccesso/avvio.action mette a disposizione un utile strumento che consente di verificare sia quali materie sia possibile insegnare in relazione al proprio titolo di studi sia, viceversa, quali siano i titoli di studio che permettono l’accesso alle varie classi di concorso.

Tale applicazione, come precisa lo stesso MIUR, può essere consultata "limitatamente ai titoli di studio conseguiti antecedentemente all'entrata in vigore del D.P.R. 19/2016".

Con tale decreto sono state aggiornate e rinominate tutte le classi di concorso esistenti. Al decreto sono allegate due tabelle, la tabella A che riguarda le classi di concorso dei docenti laureati e la tabella B che riguarda invece le classi di concorso dei docenti diplomati (cosiddetti insegnanti tecnico pratici).

Le suddette tabelle, reperibili all’indirizzo http://www.istruzione.it/graduatoriedistituto/documenti.shtml o attraverso una semplice ricerca su un motore di ricerca (es. tabella A allegata al DPR 19/16), oltre a riportare la corrispondenza tra le varie classi di concorso, indicano, per ciascuna classe di concorso, tutti i titoli che in base ai D.M.

39/98, D.M. 22/05, D.M. 270/04 danno titolo ad accedere ad un certo insegnamento. In alcuni casi il titolo di studi è considerato già pienamente sufficiente e completo per insegnare, senza bisogno di alcuna integrazione, per gli altri titoli vanno lette con attenzione le note.

Il procedimento da seguire è quindi il seguente.

  • Ruotare il testo del PDF per renderlo leggibile e se si dispone di un programma completo renderlo ricercabile con l’OCR (in genere si accede dal menu modifica della propria applicazione)
  • Ricercare all’interno del PDF il proprio titolo di studi (laurea vecchio ordinamento, laurea magistrale (LM) o laurea specialistica (LS))
  • Verificare se, in corrispondenza del proprio titolo di studi non ci siano note. In tal caso il titolo di studi non deve essere integrato
  • Nel caso in cui, invece, il titolo preveda delle integrazioni sarà sufficiente confrontare il proprio piano di studi (elenco delle materie sostenute con relativi SSD e CFU) con le materie minime previste dal decreto
  • A questo punto dovrete recarvi in un ateneo (il vostro o anche qualsiasi altra Università) e chiedere l’iscrizione ai corsi singoli. In genere le Università richiedono un contributo o per credito o per insegnamento. Nel caso dobbiate soltanto integrare qualche credito (es. abbiate già sostenuto una materia di 9 CFU e il decreto preveda un minimo di 12 CFU), potrà essere opportuno contattare direttamente il docente della disciplina (anche tramite email) per chiedere un programma personalizzato.

Conservate accuratamente tutte le informazioni sui suddetti crediti aggiuntivi perché, al momento della partecipazione alla procedura concorsuale, dovrete produrli all’USR o Ufficio competente congiuntamente al vostro titolo di studi, anche mediante una dichiarazione sostitutiva esaustiva e vi saranno utili anche per conseguire dei contratti di supplenza dalle graduatorie di Istituto di terza fascia.