Era uno dei motivi per cui l’Ape volontario, che sarebbe dovuto partire a maggio insieme alla quota 41 ed all’Ape sociale, è stato ritardato. Si tratta delle convenzioni da siglare tra Governo e associazioni di banche ed assicurazioni. L’Ape volontario infatti presenta la novità più importante del panorama pensionistico italiano degli ultimi anni, con l’ingresso nel sistema di soggetti terzi rispetto al singolo pensionato ed all’Inps come soggetto pagatore. Per la prima volta entrano in campo banche ed assicurazioni perché l’Ape volontario è la famosa pensione anticipata con prestito bancario assicurato e garantito.
Come riporta il quotidiano “Il Sole24Ore” sul proprio sito ufficiale, gli accordi sono stati siglati ed al completamento dell’operazione manca solo il via libera, che appare scontato, del Garante alla Privacy. Con l’accordo siglato ci sono i nomi delle compagnie di assicurazione e degli istituti di credito che hanno già aderito e che finanzieranno l’operazione, con i relativi tassi di interesse. Presto le domande potranno essere inviate ed anche sotto questo aspetto le novità dell’ultima ora sono importanti.
L’Anticipo Pensionistico in prestito
Il funzionamento della misura per grandi linee è ormai di dominio pubblico. I soggetti che si trovano a 63 anni di età, cioè ad almeno 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia secondo le regole di oggi, con almeno 20 anni di contributi, potranno optare per questa versione di Ape.
L’Inps avrà un doppio compito, quello classico di soggetto erogatore delle prestazioni previdenziali e quello di garante del pensionato. In pratica la pensione così erogata, che ricordiamo non prevede tredicesima, non è reversibile e nemmeno rivalutabile, ma non è neanche tassabile, e sarà finanziata da una banca. Terminato il periodo di riscossione di questo autentico prestito, il pensionato dovrà restituire quanto percepito con interessi e spese assicurative.
Il tutto, usando la terminologia pubblicitaria di ogni istituto di credito o di tutte le finanziarie, in comode rate mensili per la durata di 20 anni. In pratica dai 66 anni e 7 mesi di età fino agli 86 anni e 7 mesi, cioè da quando si inizia a percepire la pensione di vecchiaia. Parlavamo di spese ed interessi perché la convenzione che il Governo doveva stipulare con Ania ed Abi tratta proprio di queste cose, cioè del costo del finanziamento.
Trovandosi poi in mezzo all’ormai imminente scatto dell’età pensionabile nel 2019, il richiedente dovrà accendere anche un finanziamento supplementare (dovrebbe essere opzionale) per coprire i 5 mesi in più di prestito, perché la pensione di vecchiaia si centrerà proprio con 5 mesi di ritardo a partire dall'anno2019.
Costi e modalità di accesso
Il taeg, cioè il prezzo dell’operazione, secondo il Sole24Ore sarà intorno al 2.85% ed in questo costo dovrebbero essere compresi gli interessi assicurativi per l’eventuale premorienza del beneficiario. Le uniche due banche che fino ad ora hanno aderito sono Unicredit e Banca Intesa, mentre per le Compagnie di Assicurazione ci sono Unipol, Allianz, La Cattolica e Generali, oltre naturalmente a Poste Italiane.
La convenzione lascia la porta aperta ad altri ingressi in corso d’opera, pertanto è possibile che altre banche ed altri assicuratori entrino in scena dopo. Presto l’Inps dovrebbe emanare la classica circolare esplicativa, con il modello di domanda ed il vademecum per come presentare istanza. Va ricordato che come importi e come durata del finanziamento, il lavoratore che intende anticipare la pensione con questo strumento ha le mani libere potendo scegliere quanta Ape richiedere e quanti anni prima della pensione di vecchiaia. La pensione erogata con l’Ape volontario come importi sarà calcolata sul montante dei contributi versati al momento della richiesta e con un coefficiente di trasformazione inevitabilmente più penalizzante perché spalmato su più anni.
Prima di tutto gli interessati dovranno presentare domanda di certificazione del diritto all’Inps, che simulerà la pensione nel caso in cui dia l’ok al richiedente. Un'operazione che potrebbe durare un paio di mesi. Dopo l’esito si passerà alla domanda vera e propria con altri due mesi di attesa, per poi poter iniziare a percepire l’anticipo. Con la prima rata dovrebbero essere erogati anche gli arretrati dal mese di presentazione dell’istanza certificativa o addirittura dal 1° maggio 2017, se i soggetti richiedenti hanno centrato i requsiti nella data in cui sarebbe dovuta partire la misura.