Continua a tenere banco la discussione politica sulla fase due della riforma Pensioni in vista dell'esame parlamentare della legge di Bilancio 2018. Di bloccare completamento l'adeguamento automatico dell'età pensionabile previsto dalla legge Fornero non se ne parla proprio. Ma si può allargare la platea dei beneficiari per lo stop, riservato ai lavoratori impegnati in mansioni gravose, dell'innalzamento dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento previdenziale che nel 2019 saliranno a 67 anni.

E' sostanzialmente questa la proposta che l'esecutivo guidato dal premier Paolo Gentiloni ha messo sul tavolo delle organizzazioni sindacali nell'ambito del confronto sulla fase due della riforma pensioni che stenta a decollare, mentre non sembrano così entusiasmanti gli effetti della fase uno degli interventi sul fronte pensionistico messi in campo del Governo Renzi e adesso in via di attuazione.

Pensioni, prosegue il confronto tra governo e sindacati

Il governo propone in pratica di aumentare a 15 le categorie di lavoratori che svolgono mansioni gravose da escludere dall'aumentò dell'età pensionabile in automatico in base all'innalzamento della speranza di vita rilevata dall'Istituto nazionale di statistica.

Il sistema di adeguamento però non cambia, troppo rischioso per i conti pubblici modificare la legge Fornero. Lo dice senza tanti giri di parole il ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan. "Deve rimanere" questo meccanismo per l'adeguamento previdenziale ma "può essere migliorato - ha detto il titolare del Mef in audizione al Senato - in modo marginale". Nessun ripensamento, dunque, da parte del governo, molto prudente nelle modifiche al sistema previdenziale anche per tutelare le finanze pubbliche e i rapporti con l'Unione europea. "I pilastri fondamentali del sistema pensionistico - ha detto il ministro dell'Economia - non si possono e non si devono - ha sottolineato - toccare".

No aumento età per lavoratori impegnati in lavori gravosi

Il rischio concreto che si corre è quello di "danneggiare non solo il sistema pensionistico - ha spiegato Padoan secondo quanto riporta l'agenzia di stampa LaPresse - ma anche quello finanziario del Paese". Dello stesso avviso sono la Corte dei Conti e Bankitalia, che anche ieri si sono schierate con l'esecutivo sostenendo che lo stop all'aumento dell'età pensionabile non sarebbe sostenibile dal punto di vista finanziario. I sindacati tornano oggi a riunirsi per mettere nero su bianco una proposta ad hoc ritenendo quella del governo "ancora insufficiente - hanno spiegato in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil - ma comunque un punto di partenza".

Oggi, mercoledì 8 novembre, è in programma un nuovo incontro tecnico tra l'esecutivo e le parti sociali. Una nuova riunione politica è invece in programma lunedì 13 novembre, parteciperà il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

A seguire il dossier pensioni per Palazzo Chigi è il consigliere economico del premier Marco Leonardi. La proposta dell'esecutivo prevede l'ampliamento da 11 a 15 delle categorie esenti dall'aumento dell'età pensionabile. Alle undici categorie già previste nella platea dell'Anticipo pensionistico sociale potrebbero essere aggiunti, gli agricoltori, gli operati metalmeccanici e dell'industria chimica, i pescatori e i lavoratori marittimi.