Dopo avervi parlato recentemente dello studio da parte del Governo di esentare 17mila persone dall'incremento dell'età pensionabile causato dall'aspettativa di vita, si continua a discutere attorno all'argomento della riforma Pensioni soprattutto dopo l'incontro avvenuto con i sindacati nei giorni scorsi. In particolare, la proposta da parte dell'esecutivo ai sindacati sarebbe quella di esentare 15 categorie di lavoratori da tale provvedimento, tra le 15 e le 20mila persone dunque. Questi, infatti, come riportato dal sito tematico 'Pensionioggi', sono gli ultimi giorni per trovare un'intesa sull'aspettativa di vita.
Riforma pensioni, ecco l'ipotesi varata dal Governo
La proposta del Governo in tema riforma pensioni sarebbe quella di sospendere l'innalzamento dell'età pensionabile per le categorie che sono in maggiore difficoltà e, quindi, dal 2019 dovrebbero continuare ad andare in pensione a 66 anni e sette mesi, e non subirebbero dunque l'incremento di cinque mesi. Come vi abbiamo già spiegato nei giorni scorsi, i lavoratori coinvolti dovrebbero essere le undici categorie di mestieri gravosi, aggiungendo a questi anche altre quattro tipologie di lavoratori: i braccianti agricoli, i marittimi, i pescatori e i siderurgici.
Tuttavia, in merito a questo aumento dell'età pensionabile e alla possibilità di essere esentati da tutto ciò, ci sarebbero tante altre categorie che premono per essere incluse, tra cui i disoccupati, gli invalidi o chi svolge i lavori di cura.
In ogni caso, lo stop all'aumento dell'età sarebbe limitato soltanto al requisito anagrafico per la pensione di anzianità e non a quello contributivo per l'uscita anticipata che invece continuerebbe ad aumentare a partire dal 2019.
Riforma pensioni, non tutti saranno inclusi automaticamente
Se l'ipotesi dovesse diventare realtà, comunque, l'esenzione non verrà riconosciuta a tutti perché i lavoratori dovranno dimostrare di aver svolto una delle quindici attività per un determinato periodo di tempo e l'ipotesi più viva al momento sarebbe quella di aver svolto almeno sei anni di professioni gravose negli ultimi sette anni che anticipano l'uscita dal mondo del lavoro e quindi la pensione.
Nei prossimi giorni, dunque, sicuramente potremmo saperne di più.
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