Ancora un'importante novità in campo previdenziale per quanto riguarda la proroga tanto attesa dell'Ape Sociale, la nuova misura pensionistica basata su un reddito ponte interamente a carico delle casse statali fino ad un massimo di 1.500 euro a favore dei lavoratori che hanno raggiunto almeno 63 anni di età anagrafica e 36 anni di versamenti contributivi.
Governo verso la proroga dell'Ape Sociale
Come già tanti sanno, l'Ape Sociale è stata introdotta con la Legge di Stabilità 2017 e dopo mesi di attesa è entrata in vigore dopo l'emanazione dei decreti attuativi da parte del Governo Gentiloni.
Migliaia di lavoratori si sono apprestati a presentare domanda di accesso ed entro il 15 ottobre l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, dopo aver verificato la sussistenza dei requisiti e aver inviato le relative certificazioni ai potenziali beneficiari avrebbe messo a disposizione la graduatoria finale volta ad indicare gli aventi diritto alla prestazione.
Secondo quanto riportato dal quotidiano "La Stampa", dopo una serie di confronti con le organizzazioni sindacati avrebbe deciso di prorogare ulteriormente l'Ape Sociale al 2019 anche se occorrerebbe estendere la platea dei beneficiari. Un provvedimento utile ma nello stesso insufficiente. Lo lasciano intendere gli stessi sindacati che nei giorni scorsi sono stati impegnati con alcuni confronti con l'esecutivo al fine di discutere le problematiche rimaste ancora irrisolte.
"E' un altro piccolo passo avanti, ma ancora non basta. Occorre allargare di più la platea degli esentati, dare certezze sull'Ape Sociale dopo quest'anno ha dimostrato di non funzionare, e poi servono interventi sui giovani e le donne", ha spiegato il segretario confederale della Uil Domenico Proietti richiedendo altri interventi che possano garantire una maggiore sicurezza sull'aspetto previdenziale delle lavoratrici e soprattutto sulle giovani generazioni rimasti penalizzati dalla crisi economica.
Ancora aperta la questione dell'automatismo
Ad intervenire, anche il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli che, invece, si sarebbe dimostrato non del tutto soddisfatto delle scelte finora fatte dal Governo: "Il giudizio è negativo e le aperture del tutto insufficienti", ha affermato il sindacalista. Intanto, rimane ancora aperta la delicata questione sul blocco dell'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita che porterà ad un aumento dell'età pnsionabile di ulteriori cinque mesi.