Ieri ed oggi si sono svolte le prime due prove scritte dell'esame di abilitazione alla prova forense: durante la prima prova, il candidato ha dovuto redigere un parere avente ad oggetto materie di diritto civile; durante la seconda, invece, un parere avente ad oggetto materie di diritto penale. Vediamo nel dettaglio quali questioni giuridiche sono state affrontate nella quattro tracce proposte.
Parere di diritto civile
La prima traccia di diritto civile riguardava la stipulazione di un contratto tra l'anziana Caia (considerata erroneamente in fin di vita) e la nipote Mevia, contratto con cui Caia trasferiva a Mevia la nuda proprietà di un bene, riservandosene l'usufrutto, in cambio di assistenza e cura da parte della nipote che, ben presto, viene meno a questo suo compito.
In tale traccia, il candidato ha dovuto affrontare in particolare il tema del "vitalizio alimentare", un contratto atipico rientrante nell'ambito dell'autonomia negoziale ex articolo 1322 cc. Si tratta di un contratto che presenta come caratteristica principale l'aleatorietà: nel momento in cui tale caratteristica viene meno, il contraente può chiedere che venga dichiarata la nullità per difetto di causa.
Nella seconda traccia di diritto civile, invece, sono stati affrontati principalmente due argomenti: quello della capacità giuridica e dei diritti del nascituro. Il caso specifico riguardava la vicenda di Caia, la quale aveva perso suo marito in un incidente stradale, quando era ancora incinta: alla nascita della bambina, Caia vorrebbe che venisse riconosciuto a sua figlia un danno permanente.
Parere di diritto penale
Nel primo parere di diritto penale, il candidato si è dovuto calare nei panni di Caia, amministratrice di sostegno di Tizio, venuta meno agli obblighi e ai doveri collegati al suo ruolo. In questo caso, l'aspirante avvocato ha dovuto, dunque, trattare il tema dell'abbandono di persone minori o incapaci, disciplinato dall'articolo 591 cp, nonché del rapporto di causalità ai sensi dell'articolo 40 cp.
Nella seconda traccia, invece, i principali riferimenti normativi sono stati l'articolo 640 cp, che regola la truffa e il 624 bis che regola il furto in abitazione. Nel caso di specie, il candidato ha dovuto assumere le vesti del difensore di Tizio che, attraverso un raggiro, è riuscito a sottrarre all'anziano Mevio circa ottocento euro, introducendosi in casa sua e spacciandosi per un creditore di suo figlio. In questo parere, dunque, si andava inevitabilmente anche a toccare il tema del concorso di reati, trattato dal codice penale all'articolo 81, comma 2.