Si continua a lavorare sulla Legge di Stabilità che con molta probabilità entrerà in vigore a partire dal prossimo primo gennaio 2018. Saranno numerose le novità in campo previdenziale che entreranno a far parte del sistema pensionistico italiano anche se con qualche malcontento da parte delle organizzazioni sindacali e delle varie forze politiche.

Quota 100 esclusa dalla Legge di Bilancio

Come già tanti sanno, infatti, il famigerato meccanismo di Quota 100 lanciato dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano e tanto sbandierato dal Partito Democratico non ha ricevuto una risposta dall'esecutivo che, invece, sembrerebbe impegnato su altri fronti.

Di fondamentale importanza, è la proposta lanciata dal Premier Paolo Gentiloni sul blocco dell'adeguamento dei requisiti pensionistici previsto per le quindici categorie di lavori gravosi individuate dalla precedente Legge di Stabilità.

Intanto, secondo quanto riportato da "Pensioni Oggi", a partire dal 2018 i requisiti per la pensione di vecchiaia aumenteranno ulteriormente per i lavoratori appartenenti al settore privato: si passerà, quindi, dagli attuali 65 anni e 7 mesi ai 66 anni e 7 mesi unitamente ai 20 anni di versamenti contributivi. Per i lavoratori precoci, invece, sarebbe previsto il versamento di almeno 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva.

Continua la sperimentazione dell'Ape Sociale

Nel 2018 verrà proseguita anche la sperimentazione dell'Ape Sociale, il reddito ponte fino ad un massimo di 1.500 euro mensili pagati interamente dallo Stato a favore delle categorie più economicamente svantaggiate fino al raggiungimento dell'età pensionabile. Anche il cosiddetto Ape volontario dovrebbe prendere piede con la prossima Legge di Bilancio: per quest'ultimo, però, sarà richiesta la maturazione di almeno 63 anni di età anagrafica accompagnati da almeno 20 anni di contributi.

Lo Stato, si impegnerà quindi, ad erogare una sorta di prestito a favore dei lavoratori con l'aiuto di banche e istituti di assicurazione da restituire con dei micro-prelievi nel momento in cui viene percepito il trattamento pieno.

Le novità riguarderebbero anche il comparto sicurezza e difesa oltre ai lavoratori del campo dello spettacolo per i quali sarebbero previste nuove norme di uscite agevolate.

Per i lavoratori che svolgono mansioni prevalentemente faticose e i notturni, invece, sarebbe previsto il pensionamento dopo il raggiungimento di almeno 61 anni e 7 mesi di età anagrafica ed un minimo di 35 anni di contributi raggiungendo appunto quota 97,6.