Il mese di gennaio è stato molto importante per quanto riguarda il lavoro domestico, sia per i lavoratori che per le famiglie. Con una recente circolare, la numero 15/2015 del 29 gennaio scorso l’INPS ha certificato i nuovi importi per i contributi previdenziali che il datore di lavoro della badante o della colf è tenuto a versare con cadenza trimestrale. Importi in aumento come in aumento sono le soglie minime di stipendio che il 17 gennaio sono state oggetto dell’aggiornamento del contratto collettivo tra rappresentanti dei lavoratori, dei datori di lavoro e Governo.

Un aggiornamento che ha corretto ed aumentato anche i valori convenzionali relativi alle indennità di vitto e alloggio spettanti ai domestici conviventi. Tutte novità con decorrenza 1° gennaio e la mancata ottemperanza a queste nuove disposizioni rende i lavoratori a credito con i datori di lavoro.

La circolare Inps

I contributi previdenziali per la badante o per un'altra tipologia di lavoratore domestico sono u obbligo del datore di lavoro che deve provvedere a versarli a cadenza trimestrale, dal 1° al 10 dei mesi di aprile, luglio, ottobre e gennaio. Oltre che per la pensione questi contributi saranno utili al lavoratore anche per l’eventuale sussidio di disoccupazione (Naspi) che percepiranno per l’eventuale perdita del lavoro, per le maternità e per le malattie.

Tutti diritti sacrosanti e spettanti anche nel lavoro domestico. I contributi dovuti sono calcolati in base alle ore di lavoro giornaliere del lavoratore, i base allo stipendio erogato ed alle indennità di vitto e alloggio. Per verificare quanto è dovuto di contributi esiste sul sito dell’Inps un calcolatore ad hoc per facilitare il compito dei datori di lavoro.

Inoltre è di fresca istituzione il cassetto previdenziale del lavoro domestico, sempre sul portale dell’istituto. Con questo nuovo strumento le famiglie avranno sempre sotto controllo lo stato dei pagamenti effettuati o da effettuare e potranno variare in qualsiasi momento e con più snellezza le condizioni pattuite in sede di stipula della lettera di assunzione.

In linea generale possiamo dire che per il 2018 per una badante assunta con 50 ore di lavoro settimanali serviranno 130 euro circa per pagare i contributi mensili obbligatori.

Stipendio

Come dicevamo il 17 gennaio 2018 è stato sottoscritta l’intesa per l’aggiornamento delle retribuzioni di Colf e badanti. FIDALDO, DOMINA, FEDERCOLF, FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTUCS-UIL sono le sigle di rappresentanza sedute al tavolo della trattativa che ha sancito l’aumento degli stipendi con decorrenza 1° gennaio 2018. Un rinnovo della parte economica del rapporto di lavoro ma anche un rinnovo che ha sancito nuovi valori relativi al vitto e alloggio dovuto per le collaboratrici conviventi . Le buste paga o ricevute che sono state o stanno per esserlo, consegnate alle lavoratrici ed ai lavoratori saranno più pesanti, anche se leggermente.

I valori salgono in base all’indice Istat relativo all’inflazione. Un aumento stabilito pari allo 0,64% della paga oraria di base pattuita in sede di stipula del contratto tra famiglia e lavoratore. Secondo le stime dunque, al lavoratore già con il pagamento del mese di gennaio dovrebbe spettare qualcosa come 5 o 6 euro in più al mese. Una badante convivente che presta assistenza a persone non autosufficienti con regolare contratto si vedrà aumentare lo stipendio di 6,18 euro al mese.

Sgravi

Non ci sono solo notizie negative per quanto riguarda l’esborso a cui saranno chiamate le famiglie alla luce di aumento stipendi e contributi da versare. Il lavoro domestico da diritto a degli sconti fiscali per i datori di lavoro.

Per chi presenta dichiarazioni dei redditi è possibile scaricare dall’Irpef una parte dei costi sostenuti per detenere regolarmente un lavoratore domestico alle dipendenze. Ad oggi ci sono due tipologie di sconti fiscali, cioè una deduzione ed una detrazione. I contributi versati per la badante possono essere tolti dal reddito su cui calcolare l’Irpef e le addizionali dovute fino ad un massimo di 1.549 euro all’anno. Le spese per le badanti entro la soglia di 2.100 euro, danno diritto alla detrazione, cioè ad uno sconto sull’imposta dovuta pari a 399 euro, cioè il 19%. Unico vincolo in questo caso è il reddito della famiglia che non deve superare i 40mila euro annui.