Trovare un lavoro stabile e duraturo nel nostro Paese ormai sembra impossibile, un traguardo che tanti ragazzi diplomati e soprattutto laureati vedono lontanissimo.
I dati Inps, Istat e del ministero del Lavoro ci dicono che nel Lazio il lavoro è in aumento, ma la realtà è che a crescere sono solamente i contratti a termine, i quali non assicurano nessun tipo di futuro per i giovani. Si tratta di rapporti di lavoro che hanno una durata molto breve: da 1 a 30 giorni fino a ridursi a un solo giorno di lavoro. Dunque “lavoretti” che non offrono nessuna certezza per i giovani.
Per non parlare degli annunci di lavoro “falsi” o meglio ancora “ingannevoli”. La maggior parte si presentano come offerte lavorative allettanti (e forse già questo dovrebbe mettere in allarme) che promettono contratti a tempo indeterminato. Figura professionale ricercata? Addetti vendita, magazzinieri, agenti di vendita, segretarie (per citare le più gettonate). Considerando che c’è “crisi” ci si candida comunque a questi annunci di lavoro e la sorpresa arriva quando si giunge sul luogo del colloquio: non esiste nessun lavoro come addetto vendita, ma il lavoro consiste nel porta a porta. A questo punto sorge spontanea una riflessione: se il candidato legge “addetti vendita” si aspetta un lavoro come commesso/a, ma se durante il colloquio gli dicono che si tratta di porta a porta allora le questioni sono due: o chi pubblica l’annuncio ignora la differenza di significato tra i due lavori oppure vuole fare il furbo.
A questo punto non solo è difficile trovare lavoro, ma anche cercarlo perché trovarsi in situazioni di questo tipo fa perdere tempo, ma soprattutto scoraggia i giovani che speravano in un lavoro diverso da quello che gli viene offerto.
Analizzando sempre i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps si può evidenziare che il perimetro di coloro che godono di un contratto a tempo indeterminato si è notevolmente ridotto: nel periodo che va da gennaio a dicembre dello scorso anno i contratti a tempo indeterminato non sostituiti sono stati 38.335, un numero molto più alto rispetto al 2016 che nello stesso lasso di tempo aveva registrato la perdita di 26.787 posti di lavoro fisso.
Quo vado? il film del regista Gennaro Nunziante con protagonista Checco Zalone rappresenta appieno la realtà di oggi: il voler risparmiare sui posti fissi, eliminandoli. L'attore barese interpreta il classico ragazzo italiano che insegue il posto fisso in un mondo in cui ormai regna l'incertezza.
Ormai attribuire a questo fenomeno la parola precariato sembra quasi riduttivo, perché la situazione è molto peggiore di quello che sembra e soprattutto, purtroppo, appare essere entrata nella normalità.
Ragazzi che hanno studiato, che hanno speso il loro tempo e soldi per seguire i propri desideri si trovano di fronte a una realtà che peggiora di giorno in giorno e riuscire a trovare un lavoro è quasi un miracolo.