Le ultimissime notizie al 1° febbraio 2018 sulle Pensioni anticipate riguardano tre delle tematiche più care ai lavoratori. Complici le elezioni politiche, tutti i partiti stanno ormai scoprendo le carte sui loro programmi elettorali, e al loro interno non mancano i riferimenti ad esodati, precoci e donne.

Sembra infatti che indipendentemente da chi salirà al Governo, dopo il 4 marzo le chance per i grandi esclusi dalla legge di bilancio 2018 dovrebbero riaprirsi, vediamo i dettagli.

Pensioni anticipate, nona salvaguardia esodati ovvia per i più

6000 risultano essere gli esodati ancora in cerca di un salvagente previdenziale, i grandi esclusi dalle precedenti salvaguardie che ancora sono senza reddito e senza pensione.

Sei mila anime che continuano a chiedere giustizia e che sembrano aver trovato rinnovate speranze in molti partiti politici che li menzionano. Anzi a dir la verità la nona salvaguardia è data come priorità da quasi la maggioranza dei partiti che si sfideranno per accedere al Governo. Nello specifico: per Damiano la nona salvaguardia deve essere una delle priorità del Pd, per Fedriga e Lega anche. L’Onorevole Walter Rizzetto, di Fratelli d’Italia, ha specificato la necessità di porre fine al calvario di queste sei mila persone nel discorso di chiusura della legge di bilancio. Anche Liberi ed Uguali vuole chiudere con equità questo triste capitolo della previdenza. Gli unici che ancora fanno melina sulla questione e ai quali Il Comitato “licenziati o cessati senza tutele” chiede chiarezza sono gli appartenenti al Movimento 5 stelle che hanno invece sposato la campagna dei precoci.

Pensioni anticipate, dal 4 marzo precoci fuori con quota 41?

I precoci sembrano essere particolarmente al centro dei programmi politici, per Lega e Movimento 5 stelle poter uscire dopo 41 anni di contributi è assolutamente giusto, indipendentemente dall’età del richiedente. Anche l’onorevole Cesare Damiano ha parlato nuovamente dei lavoratori precoci, citandoli insieme ad opzione donna tra le prossime sfide da proseguire.

In diversi ripropongono , come Lega e M5S, anche la quota 100, come somma da raggiungere per accedere alla quiescenza tra anni anagrafici e contributivi.

Proroga Opzione donna, speranze dopo il 4 marzo?

Per la proroga dell’opzione donna, ipotesi che sembrava definitivamente venuta meno con l’approvazione della legge di bilancio 2018, sembrerebbero esserci nuove possibilità.

Anche le donne sono punto forte di molti programmi elettorali e la proroga dell’opzione donna viene menzionata chiaramente sia da Damiano, quanto da Rizzetto. Le donne sembrano dunque poter tornare a sperare in un eventuale proroga della misura, sebbene lo ricordiamo questo significhi accedere alla pensione avendo l’assegno ricalcolato interamente col contributivo per sempre.Solo promesse o qualcosa si tramuterà in fatti? Non resta che attendere per comprendere se dopo il 4 marzo la sorte per precoci, esodati e donne potrà effettivamente cambiare.